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gerla se non altro dal punto di vista letterario! Giacché nemmeno questo fece il G., ma si limitò ad aggiungere trentacinque note, a dir vero assai belle e interessanti: fatica, codesta, che sarebbe dovuta riuscirgli assai lieve, e che pure gli procurò non pochi sforzi e perfino un momento di sconforto, in cui dubitò se sarebbe stato mai capace di condurla a termine1.

Comunque, codesta seconda edizione2, comparsa tra il giugno e il settembre 17803, valse a rinfrescare la fama della Moneta e ad assicurarle quel posto preponderante tra le opere classiche di economia, che non ha mai perduto. Una quindicina d’anni dopo la morte del G. (1787), la ristampava il Custodi nella sua raccolta di Scrittori classici italiani di economia4; dalla quale la riproduceva poi il Silvestri nella sua Biblioteca scelta di opere italiane antiche e moderne5. E Ugo Foscolo la additava come modello nel suo famoso Discorso inaugurale del 18096; e Alessandro Manzoni ne faceva una delle sue letture preferite e la riempiva di postille7; e Carlo Marx la citava frequentemente con compiacenza nel Capitale8; e il Menger e il Jevons, quando vollero reagire contro la Nationalökonomie, non trovarono nulla di

  1. Si veda la lettera alla D’Épinay del 18 marzo 1780, in Correspondance, ediz. cit., il, 585. Per qualche altra notiziola sulla stampa e sulla diffusione della seconda edizione della Moneta si vedano le lettere alla D’Épinay del 3 giugno, 22 luglio e 9 settembre 1780, nonché la lettera al Grimm del 5 agosto dello stesso anno (ivi. pp. 587-96).
  2. Della moneta, libri cinque di Ferdinando Galiani, edizione seconda, in Napoli, mdcclxxx, nella stamperia simoniana, con licenza de’ superiori, pp. 416 + 2 innumer. innanzi, in-4. Un fregio del frontespizio riproduce una moneta di Costanzio, con l’indicazione: «Max. mod. Ineditus apud Auctorem», e la firma dell’autore dell’incisione «R. Morghen fece». Delle Note vennero anche tirati esemplari a parte, di cui qualcuno è stato rinvenuto tra le carte del G.
  3. Si veda la cit. lett. alla D’Épinay del 9 sett. 1780, nonché i pareri dei revisori civile (il canonista Domenico Cavallari) ed ecclesiastico (il teologo Salvatore Ruggiero), che recano rispettivamente la data del 5 e dell’11 giugno 1780.
  4. Voll. iii e iv (Milano, Destefanis, 1803).
  5. Voll. 285 e 2S6 (Milano, 1831). Da allora in poi, a quanto possiamo sapere, la Moneta non è stata piú ristampata integralmente. Tre brani e un riassunto dell’opera vennero riprodotti nel Pensiero dell’ab. Gal. cit., pp. 3-44.
  6. Ugo Foscolo, Dell’origine e dell’uffizio della letteratura, in Opere scelte (Napoli, Rossi, 1851), p. 268.
  7. Alessandro Manzoni, Opere inedite o rare (Milano, 1885), pp. 119-121.
  8. Karl Marx, Das Kapital (1867), iv Aufl. hrg. von Fr. Engels (Hamburg. 1890-4), passim nelle note.