Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/395

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di Savoia potrebbe darsene pace, perché la sua morte sarebbe un’apoteosi. Fuori di lui io non veggo in Piemonte chi sia in grado di apparecchiare l’impresa, non che di tentarla e di compierla. Laonde, se egli mancasse alla comune aspettativa, ogni ombra di fiducia sarebbe spenta, e i subalpini dovrebbero vestire sin d’oggi il lutto del principato. Imperocché tengasi per fermo che la monarchia sarda perirá infallibilmente nelle future vicissitudini di Europa, se non cerca la sua salute nel riscatto d’Italia. Io non iscriverei queste parole (oh, potessi scolpirle nei cuori!) se non fossi ben certo che saranno avverate dall’esperienza. Il caso fatale può differire di molti anni, ma sarebbe follia perciò il trascurarlo. Forse i primi e i secondi Borboni, salendo al trono, avrebbero sprezzati i rimoti pericoli del trenta e del quarantotto se gli avessero antiveduti? Né ora si tratta di fare ma di preparare, cominciando l’ordito di quel potere egemonico che dovrá fruttare ai nostri figliuoli o ai nostri nipoti. E se il giorno dell’esecuzione è lontano, non si dee perdere un’ora per l’apparecchio, perché il compito è grave, gli eventi possono incalzare e il tempo gittato non si ricupera.

Ma Vittorio Emanuele non potrá educare e abilitare il Piemonte a egemonia nazionale, se non si spoglia in parte di una lode che tutti gli attribuiscono. La quale si è di regnare senza governare; pregio raro in tutti i principi e di esercizio difficilissimo a chi è nel colmo dell’etá e della potenza. Ma ciò che conviene ai grandi Stati avvezzi a vita pubblica non si addice al Piemonte, il quale ha tuttavia d’uopo che il capo non rinunzi del tutto a quell’indirizzo che chiamasi «personale». Ciò che altrove sarebbe difetto ivi diventa pregio anzi necessitá; perché se il voler governare a ritroso del senno pubblico, come fece l’Orleanese, è sempre vizio, il dirigerlo ed avvalorarlo è virtú. Siccome l’italianitá è tuttavia debole in Piemonte, l’opinione che vi predomina non è sempre italiana; e però chi voglia inviarlo italianamente dee far testa ai pareri e ai voleri subalpini ogni qual volta ripugnano ai nazionali. Ma i ministri e il parlamento medesimo possono farlo difficilmente, se non sono aiutati,