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Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/38

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32 del rinnovamento civile d’italia


moderazione non poteva aspettarsi da una classe superba e conquistatrice, che si credeva superiore alla plebe per diritto e per nascita, il ceto medio, cioè la borghesia delle nostre cittadinanze, non può accogliere tali preoccupazioni e dee essere piú previdente. Ella non usci, come certe antiche caste, dal capo o dal petto o dalle braccia dei superi, ma nacque dalla plebe e in origine fu anch’essa plebeia, giacché la plebe è verso la comunitá quel medesimo che il polipaio verso l’immobile sua progenie, o il microcosmo marino, descritto elegantemente dal Redi, verso «il piccolo ed animato mondo» che popola la sua scoglia1. Ancora è come la terra verso le famiglie degli animali e dei vegetabili, la quale fu chiamata dagli antichi «madre e matrice dei viventi», perché fu l’ovaia di ciascuno, come oggi è tuttavia di certe specie eterogeniche. Nel che la storia naturale e le tradizioni2 vengono ombreggiate dalle favole, come quelle del Tagete etrusco3 e dei palici sbucati nella Sicilia4. Cosí la plebe è il sustrato su cui vivono, la massa generatrice da cui erompono, il semenzaio in cui si alleficano le varie classi; insomma è la genitrice del popolo, che non solo da lei viene ma ad essa ritorna, come l’uomo alla terra onde nacque5. Ma il ricorso degli ordini colti e degl’incolti può succedere in due modi, cioè per guisa che il popolo si muti in plebe, o che la plebe divenga popolo. Dei quali modi l’uno è demagogico e sofistico, l’altro dialettico e democratico. Questo solo è naturale, perché il progresso è salita e non mica abbassamento. Se non che, quando le classi elevate trascurano le inferiori, tosto o tardi sono punite col sottentrare in loro scambio. «La classe colta, che è il vero patriziato civile, rifa colla plebe gli spazi vuoti delle sue schiere, e le rimanda gl’invalidi e gl’incurabili acciò li ritemperi e ringiovanisca alla sua fucina. Per rinsanguinare le



  1. Osservazioni intorno agli animali viventi.
  2. Gen., i, ii, i2, 24; ii, 7, 9.
  3. Cic., De div., ii, 23; Ovid., Met., xv, 554; Luc., i, 637.
  4. Macr., Sat., v, i9.
  5. Gen., iii, i9; Eccles., iii, 20. Il ricorso giuoca a rovescio nel mito dei palici. «Prius in terram mersi, denuo inde reversi sunt» (Macr., loc. cit.).