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54 IL BUON CUORE


con maggiore efficacia sui fanciulli anzichè sugli adulti. Al contrario, anzi».

Affermazioni queste alle quali si contrappongono molte osservazioni.

Prima di tutto non è vero che il principio religioso abbia perduto ogni efficacia moralizzatrice negli adulti. In molti sì, in tutti no; in molti sì, specialmente nel periodo della vita nel quale maggiormente imperano le passioni; ma non in tutti i periodi della vita. Nella vita vi sono dei memorabili ritorni al principio religioso momentaneamente disconosciuto e abbandonato.

Ma dall’inefficacia presunta del principio religioso negli adulti arguire l’inefficacia di questo principio nei fanciulli, questo è meno vero ancora.

Nell’adulto è cresciuta la riflessione, il sentimento della responsabilità, della dignità, dell’onore, che possono essere direttive e freni, sebbene insufficenti anche negli adulti, specialmente sotto l’impeto delle passioni, e nelle preoccupazioni del preparare i mezzi della vita, per sè e pei figli. Ma nei bambini, nei fanciulli, nei quali la riflessione non è ancor sorta, l’esperienza non è ancor fatta, la direttiva e i freni non possono essere dati che da principii semplici ed assoluti. Tali sono i principii religiosi: è Dio che comanda di fare il bene, di non fare il male; è Dio che ti vede dappertutto; è Dio che se farai bene ti darà un premio, se farai male ti darà un castigo. Questi principii supremi il fanciullo li capisce benissimo, li capisce subito.

Massimo d’Azeglio, nel suo libro I miei ricordi, ha una magnifica pagina sulla necessità dell’insegnamento e della pratica della religione nella adolescenza e nella gioventù. Gaetano Negri, che pure fu scettico riguardo alla fede religiosa nell’età adulta, affermando che la riflessione, il sentimento dell’onore, l’educazione, possono essere fattori di moralità, aveva tutt’altra massima riguardo alla fanciullezza, riguardo alla gioventù, apertamente affermando che nelle scuole elementari l’insegnamento religioso era non solo utile ma indispensabile.

L’on. Orlando non si avrà a male, se, autorità per autorità, alla sua preponiamo quella di Azeglio e di Negri. Come si spiega questa sua negazione? Siccome molti degli adulti non sentono, almeno per il momento, il bisogno della religione, così si crede che questo bisogno non possa essere, non sia sentito più da nessuno: perchè essi più non credono, pensano che sia inutile dare i principii della fede anche agli altri, anche ai fanciulli.

L’on. Orlando ha ricordato di essere stato nei suoi primi anni un po’ Agostino, di aver sentito e seguito degli impulsi, che, seguiti e non frenati, lo avrebbero in seguito fatto incappare nel Codice penale. Ciò prova una delle verità fondamentali della fede cristiana, la naturale propensione al male, effetto della colpa primitiva. Ma Agoslino da chi fu guidato, da chi fu corretto? Chi da incredulo e libertino, lo ha fatto diventare un santo? Monica... Ambrogio... la religione nella sua forma più delicata e più forte.

L’on. Orlando ha ricordato come causa principale della delinquenza minorile la mancanza di tutela dei genitori prodotta dall’industrialismo. È verissimo: tutti ne convengono.

Ma quale è la causa dell’industrialismo, esagerato, assorbente tutta la vita, come se la vita stesse tutta nel guadagnare, guadagno da parte dei padroni, guadagno da parte degli operai? Nel decadimento, nell’abbandono del principio cristiano, riassunto nel detto di Tertulliano: nos sumus christiani propter futurum seculum: noi siamo cristiani perchè crediamo in una seconda vita, nella vita futura, eterna, a cui la presente deve essere indirizzata e si bordinata. Soppresso il concetto e la speranza della vita futura, non resta più che la vita presente. Qui si nasce, qui si vive, qui si muore. Conseguenza? Se la vita è tutta qui, cerchiamo di godere qui. Tutta la vita, per forza di logica, viene subordinata al godere. Lavoriamo per godere. La tutela dei figli è un peso? In via di massima, non la si respinge; ma la si trascura in via di fatto, sotto l’influsso di due cause convergenti allo stesso fine, il lavoro esterno che assorbe tutta la giornata, l’assenza di principii religiosi interni che facciano sentire la responsabilità della tutela, e suggeriscano e diano i mezzi per esercitarla. La tutela dei padri irreligiosi è spesso, più che tutela, scandalo.

L’emigrazione è un male, ma diventa più fatale perchè l’assenza del focolare domestico, porta, in troppi casi, l’assenza dell’istruzione e delle pratiche religiose.

Si voglia pur ammettere l’industrialismo come un fatto puramente sociale, indipendente dalla mancanza di religione come causa: la mancanza di religione lo rende però assai più pernicioso ne’ suoi effetti.

Si vuol fabbricare la base della moralità individuale e sociale sulla scienza. Nobile scienza, scienza sovrana, nelle scoperte delle scienze naturali: scienza meschina, scienza incerta, scienza inefficace, nella ricerca e nel possesso delle verità morali, nella soluzione dei problemi dello spirito, scienza che dopo clamorose promesse, dinnanzi alla vacuità dei risultati, è costretta a confessare la propria bancarotta!

E si vuole che a questa scienza, che a sua stessa confessione e per la sua stessa natura tutti i giorni muta, perchè tutti i giorni progredisce, noi affidiamo i destini delle nostre giovani generazioni, noi aspettiamo un nuovo e migliore assetto sociale?

L’assetto sociale noi l’abbiamo già. Ha venti secoli di vita. Non ha bisogno di fare esperimenti per ottenere buoni risultati. Ha trasformato la società pagana in cristiana. Aveva in sè ben forti elementi se riuscì a operare tale trasformazione. Oggi è seguito ancora dalle nazioni più civili del vecchio e del nuovo mondo. Che ci vuole perchè produca ancora gli stessi effetti? Che gli si conservi il suo principio animatore, il principio religioso.

Che cosa respingete respingendo l’insegnamento religioso? Non è un semplice insegnamento isolato che respingete; respingete il grande fattore della nostra civiltà, della quale andate tanto superbi; respingete.... il Cristianesimo.




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