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effigie di roma 15


Testa di Minerva con elmo corinzio ornato di criniera e di ala, con collana ed orecchino, al di sotto ROMA, al di dietro la nota del valore X.

R° Donna galeata vestita di tunica corta, 6 di calzari e d’un manto che le cuopre le cosce, sta assisa a d. sopra una congerie di armi, fra le. quali si riconoscono, due scudi ovali ed un elmo. Tiene le braccia in riposo, la mano posta sul ginocchio s. serve d’appoggio al gomito s. mentre la mano s. tiene comodamente l’asta posta a traverso. Avanti ai piedi si trova la lupa coi gemelli, nel campo due uccelli-volano in senso opposto verso la donna. Denaro molto comune. Vd. n. 2 della tavola.

Il monetario non ha indicato il suo nome con una iscrizione, ma, adoperando l’uso antico di contrassegnare la moneta, ha messo la sola insegna della sua famiglia. Questa insegna è la lupa lattante, la quale si ripete nel medesimo modo sopra monete di rame appartenenti come pare a più di una emissione vd. d’Ailly Monn. rom. II p. 469 e si trova anche sul denaro in discorso nel solito posto dell’insegna, cioè sull’estremità d. del listello che serve da base al tipo. Nella quarta epoca dei denari siffatto uso dell’insegna peraltro era totalmente antiquato, neppure fra i denari della terza epoca (620-640 di Roma) non ne esiste altro esempio 7 se non quello del n. 136 Caecilia, dove sotto i piedi dei cavalli della biga di Giunone c’è l’insegna notissima della famiglia dei Caecilii Metelli. Quanto alla lupa non si è finora potuto stabilire a quale famiglia appartiene, mancando fondamento sicuro alle conghietture possibili. Ma è chiaro perchè il monetario ha risvegliato quell’antico uso. L’insegna serve a fare meglio intendere la rappresentanza. Mentre altrove non ha che fare col tipo, indicando soltanto la famiglia del monetario, questa volta è entrata in stretto rapporto col tipo. Appunto per la giunta della lupa la figura femminile viene dimostrata come Roma. Il Kenner (Die Romatypen p. 22 nota 4) dice bene, che