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Pagina:L'elemento germanico nella lingua italiana.djvu/219

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ghignare. 191


avendo geirr e non gärr, mostra che la r dell’aat. riposa su di una s. Era dunque parola schiettamente ger., benchè anche l’a. ir. presenti un gai da * gaiso; e significava propriamente, come è dimostrato dal derivato tm. Geisel, “bastone, fusto”, Quindi si argomenta la probabile affinità con gr. χαῖος, bastone da pastore, e sans. hêsás, pallone. Le si dà per radice sans. highi, eccitare zend. zi, eccitare, gittare, armen. zen, arma. Fick2 739; Bopp. Gl.3 447. Lo Schade crede ad una parentela anche col lit. ginti, giti, cacciare il gregge al pascolo, da sans. hins, battere. Spetta qui anche ags. gád, ing. goad, bastoncello, da idg. * ghai-tâ. Dal tm. gêr scomparve, almeno nella sua forma semplice, poichè il tm. conserva i derivati Gehre, Gehren, e Geisel; ma si conserva in numerosi nomi proprii, nei quali entra come primo elemento del composto, ad es. Gerardo, Gerberto, Gertrude ecc. Nell’aat. da gêr si svolse pure un gêro, che s’è visto avere dato origine a Gherone e voci sorelle nelle lingue neolatine Deriv.: ghierato.

Ghignare, ridere leggermente per ischerno o sdegno (Boccaccio, Sacchetti). Per questo verbo sono state proposte tre etimologie ger.: l’aat. winkian, tm. winken, fare un cenno, da cui è certamente derivato norm. guincher, lanciare occhiate; l’ags. ginian, anrd. gina, aat. ginon, aprir la bocca, donde si sarebbero svolti i sensi di “seguir cogli occhi, spiare, guardare di traverso”; e finalmente aat. kinan, sorridere. Il Diez respinse già la prima, perchè il k medio sarebbe scomparso senza lasciare alcuna traccia di sè; e il Mackel rigetta non solo questa e la seconda, ma persino la terza per la ragione che egli non riconosce a kînan altro senso che quello di “aprirsi, fendersi”. Noi invece crediamo che questo vb., che è evidentemente d’orig. ger., provenga proprio dall’aat. kînan, giacchè la forma è vicinissima, e d’altra parte è vero bensì che aat. kînan, chînen, mat. kînen, dalla rad. gan, ha per signif. fondamentale “aprirsi, fendersi”; ma è altresì vero che un’antica glossa