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334 mopsa — morbido.


prestito dal ger. Nella formazione di it. manovaldo, manualdo ebbe parte la mescolanza di mano (v. fr. mainbour). Deriv.: manovalderia.

Mopsa (neolog.), donna cupa e sospetta che occulta i suoi sentimenti; settaria (Bresciani). Questo sost., della cui etim. nessuno s’è ancora occupato, non può evidentemente avere alcuna relazione con Mopsus, nome latino che ricorre in Virgilio; ed io credo che venga senz’altro dal tm. Mops, Möpse, musola, musetto, specie di cane; persona dalla faccia trista. Il Kluge p. 261 trae il tm. dal bt. mops mop, ol. mops mop d’ug. sig. Questo poi procede da vb. bt. moppen, fare il muso, brontolare, tm. vermoppeln, riprendere, da rad. ger. mup, contrarre o storcere il viso, fare baje e frascherie. Qui connessi sono anche mat. muff mupf, storcimento della bocca, ol. mopper, faccia burbera, cupa ed arcigna, ing. mop mops, faccia contorta, gesto di disprezzo, zanni, buffone, mopish, stupido, mopishnes, tristezza, m. ing. moppe, pazzo, matto. Da tutti questi signif. il passaggio a quello di “persona cupa e chiusa” si presenta facile e spontaneo. Secondo il Faulmann bt. moppen si sarebbe formato dal participio mumban del vb. antiq. mimban, premere, aggravare; quindi varrebbe “essere, oppresso”. * Mimban poi sarebbe stato forma parallela al vb. antiq. mingan, da cui tm. Mange, mangano. L’introduzione in Italia di questa voce è avvenuta in questo secolo col travasamento di costumanze settarie originarie d’oltremonti e relativi vocaboli. V. Massone.

Morbido, morvido, delicato, trattabile, piacevole al tatto, soffice, molle, tenero (Arrighetto, Crescen., Boccaccio, Morelli). Il Muratori propose di trarlo da t. mürbe d’ug. sig. L’aat. ha muruwe, muruwi murwi, il mat. murewe, frollo, tenero, morbido. Queste due ultime forme spiegherebbero bene il morvido che ricorre nell’Ovidio del Semintendi e nel Redi. Tuttavia il Diez, considerato che il l. morbidus, malaticcio, può essere disceso anche