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Pagina:La Sacra Bibbia (Diodati 1885).djvu/467

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trangugiar la terra; E non può credere che sia il suon della tromba.

28 

Come prima la tromba ha sonato, egli dice: Aha, Aha; Da lontano annasa la battaglia, Lo schiamazzo de’ capitani; e le grida.

29  È per il tuo senno che lo sparviere vola? Che spiega le sue ali verso il mezzodì?

30  L’aquila si leva ella ad alto per lo tuo comandamento? E fai tu ch’ella faccia il suo nido in luoghi elevati?

31  Ella dimora e si ripara nelle rupi, Nelle punte delle rocce, ed in luoghi inaccessibili.

32  Di là ella spia il pasto, Gli occhi suoi mirano da lontano.

33  I suoi aquilini ancora sorbiscono il sangue, E dove sono corpi morti, quivi ella si ritrova.

34  Poi il Signore parlò a Giobbe, e disse:

35  Colui che litiga con l’Onnipotente lo correggerà egli? Colui che arguisce Iddio risponda a questo.

36  E Giobbe rispose al Signore, e disse:

37  Ecco, io sono avvilito; che ti risponderei io? Io metto la mia mano in su la bocca.

38  Io ho parlato una volta, ma non replicherò più; Anzi due, ma non continuerò più.

40
  E il Signore parlò di nuovo a Giobbe dal turbo, e disse:

2  Cingiti ora i lombi, come un valente uomo; Io ti farò delle domande, e tu insegnami.

3  Annullerai tu pure il mio giudicio, E mi condannerai tu per giustificarti?

4  Hai tu un braccio simile a quel di Dio? O tuoni tu con la voce come egli?

5  Adornati pur di magnificenza e di altezza; E vestiti di maestà e di gloria.

6  Spandi i furori dell’ira tua, E riguarda ogni altiero, ed abbassalo;

7  Riguarda ogni altiero, ed atterralo; E trita gli empi, e sprofondali;

8  Nascondili tutti nella polvere, E tura loro la faccia in grotte;

9  Allora anch’io ti darò questa lode, Che la tua destra ti può salvare.

10  Ecco l’ippopotamo, il quale io ho fatto teco; Egli mangia l’erba come il bue.

11  Ecco, la sua forza è ne’ lombi, E la sua possa nei muscoli del suo ventre.

12  Egli rizza la sua coda come un cedro; Ed i nervi delle sue coscie sono intralciati.

13  Le sue ossa son come sbarre di rame, Come mazze di ferro.

14  Egli è la principale delle opere di Dio; Sol colui che l’ha fatto può accostargli la sua spada.

15  Perchè i monti gli producono il pasco, Tutte le bestie della campagna vi scherzano.

16  Egli giace sotto gli alberi ombrosi, In ricetti di canne e di paludi.

17  Gli alberi ombrosi lo coprono con l’ombra loro; I salci de’ torrenti l’intorniano.

18  Ecco, egli può far forza ad un fiume, sì che non corra; Egli si fida di potersi attrarre il Giordano nella gola.

19  Prenderallo alcuno alla sua vista? Foreragli egli il naso, per mettervi de’ lacci?

41
  Trarrai tu fuori il leviatan con l’amo, O con una fune che tu gli avrai calata sotto alla lingua?

2  Gli metterai tu un uncino al muso? Gli forerai tu le mascelle con una spina?

3  Userà egli molti preghi teco? Ti parlerà egli con lusinghe?

4  Patteggerà egli teco, Che tu lo prenda per servo in perpetuo?

5  Scherzerai tu con lui, come con un uccello? E lo legherai tu con un filo, per darlo alle tue fanciulle?

6  I compagni ne faranno essi un convito? Lo spartiranno essi fra i mercatanti?

7  Gli empirai tu la pelle di roncigli, E la testa di raffi da pescare?

8  Pongli pur la mano addosso, Tu non ricorderai mai più la guerra.

9  Ecco, la speranza di pigliarlo è fallace; Anzi l’uomo non sarà egli atterrato, solo a vederlo?

10  Non vi è alcuno così feroce, che ardisca risvegliarlo; E chi potrà presentarsi davanti a me?

11  Chi mi ha prevenuto in darmi cosa alcuna? ed io gliela renderò; Quello che è sotto tutti i cieli è mio.

12  Io non tacerò le membra di quello, Nè ciò ch’è delle sue forze, nè la grazia della sua disposizione.

13  Chi scoprirà il disopra della sua coverta? Chi verrà a lui con le sue doppie redini?

14  Chi aprirà gli usci del suo muso? Lo spavento è d’intorno a’ suoi denti.

15  I suoi forti scudi sono una cosa superba; Son serrati strettamente come con un suggello.

16  L’uno si attiene all’altro, Talchè il vento non può entrar per entro.

17  Sono attaccati gli uni agli altri, ed accoppiati insieme, E non possono spiccarsi l’uno dall’altro.

18  I suoi starnuti fanno sfavillar della luce, E i suoi occhi son simili alle palpebre dell’alba.

19  Della sua gola escono fiaccole, Scintille di fuoco ne sprizzano.

20  Delle sue nari esce un fumo, Come d’una pignatta bollente, o d’una caldaia.

, 40, 41. di ignoranza

Mat. 24. 28. Luc. 17. 37.

Deut. 10. 14. Sal. 2-1. 1.

J Rom. 8. 4. Sal. 29. 3, 4. i Is, 2. 12. Rom. 11. 35

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