Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/573

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note per il morino 565


fac. 26, 27 [pag. 553, lin. 8-35]. Tutte queste faccende di segarsi o non segarsi son bagattelle, fuori che questo, che da essi si raccoglie, la sustanza celeste esser fluida e tenue più che l’aria; dal che si rende poi impossibile, le stelle fisse esser mobili, non si potendo imaginare come esse si accordino a conservar ciascuna da per se lor conversioni così proporzionate, come ricercano la distanze loro da i poli.

fac. 29 [pag. 554, lin. 22-30]. non intende, quanto dal moto annuo e medianti le regressioni de i 3 superiori si trovino le loro distanze.

fac. 30 [pag. 554, lin. 30-36]. Adunque, per il tuo medesimo discorso, meglio si troveranno le distanze de i pianeti col solo moto annuo della Terra, il quale leva quello degli epicicli, onde la specolazione resta più semplice ed una.

fac. 3 [pag. 549, lin. 22- pag. 550, lin. 3]. Se il cielo lo produce attissimo a queste specolazioni, perchè lo vuoi far tu inettissimo?

fac. 30 [pag. 554, lin. 38 e seg.]. ... Quanto sia ...sca questa risposta, si fa manifesto da questo, che Iddio fa muover la Terra, e non l’uomo, per le contemplazioni celesti, e di più non costituisce l’uomo in quiete, anzi lo pone in continui movimenti per l’acquisto di cose frivolissime, mercantando ricchezze, cacciando fiere, e bestialissimamente distruggendosi tra di loro in guerre. Si vede dunque che per non dar quell’incomodo, del qual si parla, all’uomo, ha fatto non muoversi con le proprie gambe, ma l’ha fatto andare in lettiga, anzi in letto, movendo i palazzi, le città e le provincie, sue abitazioni.

fac. 31, 32 [pag. 555, lin. 19-33]. Qui è gran campo di discorrere. Noi non cerchiamo quello che Iddio poteva fare, ma quello che Egli ha fatto. Imperò che io vi domando, se Iddio poteva fare il mondo infinito o no: se Egli poteva e non l’ha fatto, facendolo finito e quale egli è de facto, non ha esercitato della Sua potenza, in farlo così, più che se l’avesse fatto grande quanto una veccia; e se Egli, per mostrar la Sua onnipotenza, lo fa muovere in 24, questo è come nulla, rispetto al poterlo far muovere in un’ora sola molte migliaia e milioni di involuzioni. Cercandosi dunque ciò che Egli ha fatto circa proposizioni a noi [occu]lte, e vedendo che nelle note a noi Egli tien sempre, nell’operare, i modi più facili e semplici, ancorchè nei più difficili si scoprisse maggiormente la Sua potenza, noi, conoscendo come nel far muovere alcuni corpi celesti, del moto de i quali siamo sicuri, fa dare in più lungo tempo le circolazioni maggiori, non do-