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secondo cantare 75

77.
Chè seguitollo anch’ei per quelle strade
Donde ei conduce l’uomo alla sua tana:
Ove, mentre diluvia e dal ciel cade
E broda e ceci, il cristianello1 intana;
Ed egli tanto poi lo persuade,
Che 2 lega i cani, e posa Durlindana3.
Avendo avuto innanzi la lezione,
Si stette sempre mai sodo al macchione.
78.
E quando l’Orco poi venne anco a lui
A dar parole con quei tempi strani,
Ed all’uscio facea Pin da Montui4,
Affinchè ’l cane e l’arme egli allontani,
Ei disse: su piccin5, piglia colui:
E chiappata la spada con due mani,
Si lanciò fuora, e quivi a più non posso
Gli cominciò a menar le man pel dosso.
79.
E mentre che or di punta ed or di taglio
Di gran finestre fa, di lunghe strisce,
Più presto che non va strale a berzaglio
Il can s’avventa anch’egli, e ribadisce;
Talchè tutto forato come un vaglio
Il pover’Orco al fin cade, e basisce:
E lì tra quelle rupi e quelle macchie
Rimase a far banchetto alle cornacchie.

  1. St. 77 Il cristianello. Ora si direbbe, un povero diavolo. (Nota transclusa da pagina 133)
  2. Ch'ei. Il cristianello. (Nota transclusa da pagina 133)
  3. Durlindana. La celebre spada di Orlando, per qualunque spada. (Nota transclusa da pagina 133)
  4. St. 78 Pin da Montui. Capolino; da una canzonetta della Tancia del Buonarroti che comincia: E Pin da Montui — Fa capolino. (Nota transclusa da pagina 133)
  5. Piccin. Così dice al cane per aizzarlo. (Nota transclusa da pagina 133)