17. Se forse, dice, tu sei stato offeso,
Che fai tu della spada, il mio piloto1?
A che tenere al fianco questo peso,
Per startene a man giunte come un boto2?
Se al corpo alcun dolor t’avesse preso,
Gli è qua chi vende l’olio dello Scoto:
Se t’hai bisogno d’oro, io ti fo fede
Che qualsivoglia banca te lo crede. 18. Dopo Eravano poi nessun fu muto;
Chè ognun gli volle fare il suo discorso,
Offerendo di dargli ancora aiuto,
Mentre dicesse quanto gli era occorso;
Ond’ei, che avrebbe caro esser tenuto
D’aver piuttosto col cervello scorso3,
Alzando il viso, in loro gli occhi affisa,
E sospirando parla in questa guisa: 19. Non v’è rimedio, amici, alla mia sorte:
Il tutto è vano, giacchè la sentenza
È stabilita in ciel della mia morte,
Che vuol ch’io muoia, e muoia in mia presenza.
Già l’alma stivalata4 in sulle porte
Omai dimostra d’esser di partenza;
E già col corpo tutt’i sentimenti
Le cirimonie fanno e i complimenti.
↑St. 17. Piloto. Poltrone. (Nota transclusa da pagina 201)
↑Boto. Voti. Immaginette che si mettono intorno ad altre immagini di Santi e Madonne, per grazie ricevute. (Nota transclusa da pagina 201)
↑St. 18. Aver scorso. ecc. Aver data la volta al cervello. (Nota transclusa da pagina 201)
↑St. 19. Stivalata. In procinto, pronta alla partenza. (Nota transclusa da pagina 201)