Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/343

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ottavo cantare 299

38.
Se in Grecia fatta fu la cristallina,
E questa1 di vesciche vien da Troia,
Che a Fiesol fa portata a Catilina
La notte ch’ei fuggì verso Pistoia;
Ch’ei non giunse nè anco alla mattina,
Ch’il poveraccio vi tirò le quoia2;
Sicchè due capitan sue camerate
La presero, e la diedero alle Fate.
39.
Mentre s’ammira così bel lavoro
E vi si fanno su cento argomenti,
Paride guarda, e vede una di loro
Cavarsi un occhio, la parrucca e i denti,
E dargli a un’altra, perchè in tutto il coro
Delle naiadi ch’ivi son presenti,
O fuora, chè pur anche son parecchi3,
Han sol quei denti, un occhio e due cernecchi4.
40.
Peroch’elle son cieche e vecchie tutte,
E loro i denti son di bocca usciti;
Ma non per questo ell’appariscon brutte
Ch’ell’hanno volti belli e coloriti;
E se mangiar non posson carne e frutte,
Elle s’aiutan con de’ panbolliti,
Perchè quei denti, come l’occhio e i ricci,
Non hanno più virtù, ch’e’ son posticci.

  1. St. 38. E questa. L’e qui è semplicemente enfatica. Si può toglierlo, e il senso corre egualmente. (Nota transclusa da pagina 360)
  2. Tirò le quoia. Vedi c. IV, 20. (Nota transclusa da pagina 360)
  3. St. 39. Parecchi può usarsi con nomi maschili e femminili. (Nota transclusa da pagina 360)
  4. Cernecchi. Capelli pendenti dalle tempie. Qui, Parrucca. (Nota transclusa da pagina 360)