26. Chi vidde in un pollaio ove si trova
Un numero di polli senza fine
Tra lor cascar qualche pollastra nuova,
Che tost’addoss’ell’ha galli e galline
Ciascun per far di lei l’ultima prova;
E se e’ non fosse la padrona alfine,
Che la difende e da beccar le porta,
Stroppiata rimarrebbe e forse morta: 27. Non altrimenti il numeroso stuolo,
Vedendo Sardonel c’ha fatto il passo.
Concorre tutto quanto contro a un solo
Per mandarlo in minuzzoli a Patrasso1;
E gli facean tirar presto l’aiuolo2,
O col ferirlo o col tirarlo a basso;
Ma Eravan, che debito3 lo scorge,
Aiuto a un tempo ed animo gli porge. 28. Chiunque è ’n castello allor pien di paura
Corre per far ch’avanti ei più non vada;
E mentre il vuol rispinger dalle mura,
Ch’altri più la s’arrampica non bada.
Pur d’ovviare anco di qua proccura,
Ma in sette luoghi è già fatta la strada;
E d’ogn’intorno tanto il popol cresce,
Che ogni riparo invalido riesce.
↑St. 27. A Patrasso. Farlo morire. Vedi c. ̆V, 13. (Nota transclusa da pagina 398)
↑Tirar l’aiuolo. Esser nelle convulsioni della morte. (Nota transclusa da pagina 398)
↑Debito a morte; in pericolo di esser perduto per sempre. (Nota transclusa da pagina 398)