44. Con Dorïano il Furba ecco alle mani,
Di ferro da stradieri impugna un fuso;
E l’altro una paletta da caldani,
E con essa a lui cerca e sbracia il muso;
Ma perchè quei le1 scuote come i cani,
Gli scarica il suo solito archibuso
Ch’egli ha a’ monnini2, e vanne un sì terribile
Che lo flagella e mandalo in visibile3. 45. Maso di Coccia avria colla squarcina4
Fatto d’ognun polpette e cervellata,
Se a tanto mal non fea la medicina
Col dar sul grifo a lui Salvo Rosata,
Che sapendo ch’ei fa la contadina5,
Vuol ch’e’ faccia però la tombolata;
Ch’essendo presso all’uscio della sala
Lo spinge fuori a tombolar la scala. 46. Palamidone intanto colla mano
In tasca a Belmasotto andava in volta6,
Per tirarne la borsa in su pian piano
Per carità che non gli fosse tolta;
Ma il buon pensier ch’egli ha riesce vano,
Perch’egli col pugnal se gli rivolta
E fa per caritade anch’ei che muoia,
Acciò la vita non gli tolga il boia.
↑St. 44. Le. Le percosse. (Nota transclusa da pagina 451)
↑Monnini. Vedi c. I, 44. Dà a questi monnini il potere di uccidere, per la loro scipitaggine e pel fastidio che ingenerano. (Nota transclusa da pagina 451)
↑In visibile o piuttosto in invisibile, cioè tanto lontano da non vederlo piú mai. (Nota transclusa da pagina 451)
↑St. 45. Squarcina. Spada corta e larga. (Nota transclusa da pagina 451)
↑Contadina. Specie di danza. (Nota transclusa da pagina 451)
↑St. 46. In volta. Attorno frugando. (Nota transclusa da pagina 451)