Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/43

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libro primo 13

braccia il giusto spazio d’una città da tre parti, veniva a costituire un luogo molto agevole ad esser reso sicuro dagl’insulti, e quasi natural fortezza; e il trovarsi appunto ove finalmente ha termine da questa parte il lunghissimo giogo de’ monti, fa participar questo sito e de’ comodi, e dell’ampiezza del piano, e della delizia e del benefizio de’ colli. Egli è noto come i superiori luoghi frequentati furono avanti degl’inferiori, poichè ne’ primi tempi le pianure lontane da’ monti venivano ad esser dall’acque e da’ fiumi non ancor regolati, nè per umana industria contenuti, occupate facilmente e coperte. Concorre a far creder tenuto da quella prima gente questo tratto, l’essersi disotterrato anche nel paese nostro qualche monumento Etrusco, e di quell’antichissime e ignote lettere inciso: parimente l’antica e comune opinione, la qual ben traspira in Catullo, ove per la fama in que’ tempi che di Lidia venuti fossero i Toschi, chiama Lidio il nostro lago, come per l’istessa ragione Lidio da Virgilio (Lidiae lacus undae) e da Stazio si chiamò il Tevere, e Lidia da Rutilio Numaziano si chiamò la Toscana. Aggiungasi che pochi anni sono due iscrizioni si sono scavate, l’una a S. Ambrogio, l’altra poco lontano da Fumane, le quali ci hanno scoperto un nome all’antica Geografia prima ignoto, e ci hanno insegnato come i popoli di quella parte del nostro distretto che or diciamo Valpulicella, si chiamarono a tempo de’ Romani Arusnates (v. Ins. I); nella qual voce par di riconoscere vestigio Etrusco, sapendosi che Aruns fu nome in quella nazione