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arco traiano 195


Le figure non sono tutte d’ugual dimensione per le difficoltà incontrate nel rilevarne le fotografie, nè completamente chiare per le avarie del marmo; ma, non per tanto, vi si scorge tutto quello che occorre per una sufficiente cognizione del trionfo, che ora passo a descrivere.

Quando l’erudito Giovan Camillo Rossi scrisse la sua opera su questo insigne monumento, le case dei signori Marchese di Carife e Parziale vi si addossavano sui due lati minori; ma, come dissi1, dopo la venuta di Papa Pio IX in questa città, fu tutto isolato. Di maniera che nell’opera del Rossi non si trova disegnato e descritto tutto il fregio; ed a suo luogo farò vedere quali parti vi mancano.

È giuocoforza cominciare la descrizione dalle prime figure della facciata occidentale, e più propriamente dalla cantonata tra questa e la facciata meridionale, giacchè essendo quelle le prime ad arrivare al tempio, sono, per tanto, addirittura esse che aprono la marcia.

In prossimità della sudetta cantonata (Tav. XXVIII, fig. 1.) è scolpito un tempio con colonne angolari, dai capitelli ionici e dalle basi atticurghe. Nella nostra figura si vedono solo due delle quattro colonne d’angolo, che fanno da cantonale, e due se ne vedono pure sulla facciata meridionale. Una del prospetto non è scolpita perchè supposta rientrante nel marmo per non ingenerare confusione nel fronte del tempio. I muri della cella, scompartiti a bozze piane divise da canaletti, s’innestano alle colonne. L’astragalo del capitello ricorre da una colonna all’altra, così come la trabeazione, la quale è completa di architrave, fregio e cornice. Questa sostiene il tetto a due pioventi, i quali danno nascimento sulle facciate minori a due frontispizii triangolari, ornati, quello che guarda settentrione di un disco in rilievo, e l’altro di una corona di alloro. Il tetto, come ben si distingue nella figura, è formato di embrici e tegole.

Rossi asserisce che questo tempio sia di forma periptero, ma s’inganna. Già, pria d’ogni altro, i Greci non usaron mai di incastrar le colonne nella fabbrica, ed invece le mettean tutt’affatto

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