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Pagina:Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono.djvu/91

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Nel 1716 i Castellani essendosi sollevati contro la squadra del marchese Mendozza, che con la forza della armi tentò esigere un’ingiusto balzello, come per ordine si è narrato al capitolo 1; Francescantonio, ch’aveva un’indole pronta a trascorrere a violenza, ebbe gran parte in quel tumulto. Però a caro prezzo pagò questa sua bravura; dappoichè fu preso e menato prigione in Napoli. Ad onta di questa sciagura, non dismise colà l’esercizio dell’arte ch’era la sua delizia ed il suo amore: di che fa chiara testimonianza un tondino dipinto a paesaggio, esistente nel museo Bonghi; in esso si legge così:

doctor franc. ant. grue f. neap. anno 1718.

Lasciato libero dopo otto anni di prigionia, temendo che l’ira non fosse al tutto spenta in petto al Marchese, stimò meglio rimanersi in Napoli. Quivi preso dalla bellezza di Candida Ruggieria, meritò di averla per moglie verso il 1730. Poco appresso avvenuta la morte del Mendozza nel 1735, senza più, con la moglie ed il piccolo figliuolo Saverio si ricondusse in Castelli: dove visse riposatamente, attendendo ora a dipingere majoliche, ed ora a far incisioni in legno: ai quali esercizii spesso frammischiava la lettura de’ poeti. Sopra tutti ebbe caro il libro delle metamorfosi di Ovidio, dal quale forse toglieva la scintilla per accendere la sua nobilissima fantasia. Finchè visse non più si allontanò dalla sau patria; onde malamente alcuni scrissero che fu in Napoli a dirigere la Real fabbrica di porcellana: il che

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