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Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/198

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176 GUERRE PERSIANE

in ogni altra maniera di agiatezza; egli pertanto accordò al nemico ogni mezzo di campare la vita. Quindi è che il presidio, capitani e truppa con ben pochi cittadini appresso, uscì della porta che mena al borgo Dafne1; ed i Persiani allora, dismontate le mura, comparvero nel mezzo di Antiochia.

V. E qui molti giovani ardimentosi cimentaronsi altra fiata col nemico riportando sopr’esso dapprincipio qualche apparente vantaggio, cosicchè sebbene i più fossero inermi e rispingessero a furia di sassi i Persiani, pure andavano cantando il peana2 e promulgando l’Imperator Giustiniano Callinico3 (essendone questo il soprannome in guerra), come se di già riportato avessero una compiuta vittoria. Cosroe frattanto rimanendosi in una torre fabbricata su del monte, comandava che venissegli innanzi la romana ambasceria.

VI. Uno allora de’ suoi magistrati, nomato dalla ca-

  1. V. nota 1 al cap. 6, di questo libro; in esso morì Germanico, il quale fu poscia arso e sepolto in Antiochia (V. Tac., Ann., lib. ii).
  2. Inno col quale i Greci onoravano Apollo (Πεών) dopo aver riportato cospicue vittorie.
  3. Da καλή νίκη illustre vittoria. Soprannome glorioso dato ai monarchi dagli eserciti che trionfavano, in grandi battaglie, del nemico. Giustiniano fu salutato di questa guisa altra fiata quando assediata Pietra nella Lazica dalle sue truppe, un tal Giovanni armeno alla testa di pochissimi guerrieri entravvi colla speranza di ridurla novamente solto il dominio romano; una terza in fine allorchè Artabano uccise nel mezzo d’un convito il re Gontari.