Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/378

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372 ytraduzioni


che la calunnia8 oscureranne il lume,
quando l’ingrato a le tue grazie ibero
incontro a te de la sua patria l’ire
ardirá d’eccitar. Ma la regina
380vedrá nel tuo parlar l’immobil fede;
e sorda a i gridi dell’invidia, e i tuoi
inimici gelosi al carro avvinti,
vorrá che in queste terre ognun si pieghi
davanti a te. Coll’immortai tuo nome,
385che fia piú grande di tue forze assai,
chieder vedrassi indissolubil nodo
il sangue alto dei re9; né cosa fia
che dai fasti venturi unqua il cancelli.
Tu agli eroi segnerai novella via
390nel cammin de la gloria, a la qual dee
giugner tuo volo. Te ne’ fatti egregi
Cortese avrá per suo maestro e duce.
Ei sotto al cerchio divisor del mondo,
vèr quel terren cui vedi in lungo esteso
395unir due suoli, e partir l’onda in due,
imporrá leggi al piú gran re degl’indi10:
ma, crudo vincitor di gente imbelle,
tutto preda fará dell’esecranda
voglia d’avere. A te noto è Pizzarro11;
400or sappi ch’a sue forze in occidente
fien sommessi gl’Incá. L’ultimo d’essi,
signor d’immenso impero, avol si crede
aver il Sol12, cui porge incensi e voti.
Ma il popol suo per mille imprese conto,
405e dal ciel rischiarato, agevolmente
abbraccerá le nostre leggi e ’l culto;
ché vano ardir fóra il resister contro
que’ venuti dal Tago, i quai la sete
de le ricchezze a dira strage invita;
410e tu stesso vedrai sotto il lor giogo
gemer gl’indiani. Intanto un tuo nocchiere13,