Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/381

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traduzioni 375


     Da queste genti onde cotanti uscirò
485nocchier famosi, sorgeran non meno
saggi ed eroi. Un de’ lor fier nemici,
all’aquila de’ Cesari28 vedrassi
unir ben tosto di Castiglia il regno;
e sebben fia che un di le sue catene
490porti Francesco29 in riva del Tesino,
prigionier generoso, non per tanto
saprá, lontan dal vendicar l’oltraggio,
vincer con sue virtudi il vincitore.
La Gallia, ove al favor di un tal sovrano
495rinasceran le scienze, al sacerdote
che sovra i sette colli ha stabil sede30,
ben frenerá il poter; ma al vero culto
costante ognor si piegherá sua fede...
Ahi! fia però che un re britanno31 allora
500ne disprezzi le leggi? Oh secol misero,
nel quale il vizio a folli errori unito,
pietá fingendo, tenterá dividere
il manto de la Chiesa in mille parti!
La pia prole d’Enrico32 i rei disegni
505sgombrerá allor che con sue nozze unisca
i sudditi allTberia; ed essi al seggio
fien congiunti di Pier, fin che la suora
n’occupi il regno; ed all’error ben tosto
li riconduca. Di costei33 paventi
510ognun l’orgoglio sospettoso, e tremi;
però che a’ colpi suoi non fuggiranno
Essex e Norfolk, a cui piú dolce spira
l’aura del suo favor; né la scozzese
regina, a cui la Senna offrirá il trono34;
515e attenderá il Tamigi a indegna morte.
Misera! che per poco in su la Senna
sará col nodo maritale avvinta,
però che ’l figlio di colui, che morte
incontrerá fra l’aste amiche e i giochi,