Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/380

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374 ytraduzioni


nascer dovean da le mie cure alfine? —
     — Servi al voler del ciel, — Zama riprese;
450e mentre la sua legge intorno spandi,
piangi l’error del vulgo, il qual trasforma
cotanto salutar balsamo in tosco.
Mossa a pietá del nostro ardente clima,
Roma18, ai confini dell’ingordo ibero
455prescriverá i confini. A i lusitani
spinti da la procella in queste spiaggie,
dará la sorte del Brasile i monti
copiosi d’oro; e preziose gemme
aggiugnerá Cabrallo19 a’ lor tesori,
460allor ch’ei scopra questo Ofir20 novello.
Infili sull’orme tue, Colombo, un giorno
regnerá sovra gl’indi piú gelati
la coraggiosa Europa: e se quel clima21
negherá a i vincitor dell’oro i monti,
465che sotto a ciel piú ardente il suol nodrisce,
gli angli22 e i galli, signor di quelle fredde
contrade, avran piú necessari beni,
frutti de le altrui caccie23. Il lor tesoro
fien mille spoglie di selvagge fère,
470e copiose pésche24 onde i lor porti
ricchi saranno. Entro a quest’ampio mare25
d’innumerabil’isole ricetto
la mano dell’industria da le canne
raccoglierá una manna si soave26,
475che mai non fu si dolce mèle in Ibla25
Colombo, si, queste campagne ignote
al ferro del villan, cólte dal lusso
diverran piú feconde. Per cotante
novelle merci inutili all’Europa,
480n’andrá il commercio vincitor di venti
e di stagioni; e ricambiando i frutti
instancabilemente d’ambo i mondi,
graverá Tonde d’infinite navi.