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della dissimulazione onesta 161

raonis, et dixit fratribus suis: - Ego sum Joseph -. Era egli nell’Egitto con suprema gloria, e giá chiamato salvator del mondo; con tutto ciò, non tenendo conto dell’offese, dissimulò d’esser fratello, per dimostrarsi piú che fratello. Io non so chi possa ritener le lagrime, leggendo quella pietosa istoria, dalla qual si può apprender la dolcezza del perdono e del dissimular l’ingiurie, e massimamente quando vengon da persone tanto care quanto son i fratelli.

XIV.

Come quest'arte può star tra gli amanti

Amor, che non vede, si fa troppo vedere. Egli è picciolo, e come disse Torquato Tasso:

Picciola è l’ape, e fa col picciol morso
pur gravi e pur moleste le ferite;
ma qual cosa è piú picciola d’Amore,
se in ogni breve spazio entra, e s’asconde?.

Nondimeno è pur tanto grande, che non ha luogo da potersi in tutto nasconder, è quando è giunto al suo centro, ch’è il cuore, se non si mostra per altra via, accende quella febre amorosa della qual era infermo Antioco e di che il Petrarca fe’ che dicesse Seleuco:

E se non fosse la discreta aita
del fisico gentil, che ben s’accorse,
l’etá sua in sul fiorir era fornita.
Tacendo, amando, quasi a morte corse;
e l’amar forza, e ’l tacer fu virtute;
la mia, vera pietá, ch’a lui soccorse.

Quindi si può considerar come, mettendosi fuoco a tutta la casa, le faville, anzi le fiamme, ne fan publica pompa per le finestre e dal tetto. Tanto avviene, e peggio, quando amor prende stanza ne’ petti umani, accendendogli da dovero, perché i sospiri, le lagrime, la pallidezza, gli sguardi, le parole, e quanto