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170 torquato accetto

invitta costanza e ’l trionfo della pazienzia, che nel carro della vera gloria si menò appresso come catenati tutt’i mali, fin ch’egli ebbe la prístina felicitá con duplicate sodisfazzioni; e quella sua giustizia, che nel termine della semplice natura si dimostrò al mondo, sará esempio in tutt’i secoli per affermare che i servi di Dio, in ogni condizione, son sempre beati. Dunque Giob era tale, anche nel tempo de’ suoi tormenti; ma per non uscir dalla materia di che vo trattando, dico ch’egli, facendo il conto con la sua conscienzia, dicea: Nonne dissimulavi? nonne silui? nonne quievi?, volendo significar che a questa diligenza non suol mancar piacer alcuno; e quando succede qualche accidente che perturbi tanto sereno, vuol il cielo che, dopo l’avversitá, si accresca splendor agli animi che son alieni dagli affetti della terra.

XXIII.

In un giorno solo non bisognerá la dissimulazione

È tanta la necessitá di usar questo velo, che solamente nell’ultimo giorno ha da mancare. Allora saran finiti gl’interessi umani, i cuori piú manifesti che le fronti, gli animi esposti alla publica notizia, ed i pensieri esaminati di numero e di peso. Non averá che far la dissimulazione tra gli uomini, in qualunque modo si sia, quando Iddio, che oggi est dissimulans peccata hominum, non dissimulerá piú; ma poste le mani al premio ed alla pena, metterá termine all’industria de’ mortali, e que’ sagaci intelletti, che hanno abusato il proprio lume, si accorgeranno come allora non gioverá l’arte del cucir la pelle della volpe dove non arriva quella del leone, che fu consiglio di un re spartano: perché l’onnipotente Leone, facendo ruggir il mondo dagli abissi fin alle stelle, chiamerá tutti; e ciascuno dee saper e dire circumdabor pelle mea, come disse Giob. Quell’aurora porterá un giorno tutt’occupato dalla giustizia, e nel mostrar i conti, non vi sará arte da far vedere il bianco per lo nero. S’udirá il decreto, che sará l’ultimo delle leggi, e dará legge