Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/254

Da Wikisource.
248 anton giulio brignole sale


con lo specchio, che il piú bello aprile della pelle co’ belletti, e fa non men carbone i denti, che neve il volto, e martire di vanitá, quasi cangiata in biscia da quei tossichi, ch’ella maneggia di continuo, giunge fino a scorticarsi per trasformarsi: saprei (dico) volentieri, se con tante spese, tanti stenti, tanti strazi di angustiate membra, di spelate carni, di divelti peli, di vecchiezza anticipata compri a giusto prezzo quelle idolatrie, che per lo piú, non men che sia la sua bellezza, son mentitrici. E tu, o giovane amatore, párti forse di esser pari co’ tuoi mezzi al fin che tu pretendi, se per impetrar da questa solo una ora buona, che sovente spara nel mandarti via in buon’ora, puoi soffrir cento malanni, macerando sotto un ciel nevoso e buio, sopra un limitar gelato e duro la persona con vigilie cosí lunghe e infaticabili, che se l’ottava parte sola tu ne avessi dedicato a’ libri, saresti un Pico? Per non dir di te infelice, ma non giá compassionabil cortigiano, che per impetrar un ghigno, od un parlar di spalla da una porpora, sovente rossa, perché si vergogna di colui, cui pende indosso, sofferisci tanti strazi, che se ne opponesti una leggiera particella a’ tuoi peccati dentro un chiostro, saresti un santo?

— Che fai, Cesare? — gridan le cesariane schiere presso Lucano. — Solo in una oscura notte, sotto un cielo pien di fulmini, in un mar tutto spumante, sopra un legno piccolo, sdrucito, e fragile, guidato da un nocchiero, ingombro ancor dal sonno, con gli Acrocerauni scogli avanti gli occhi, non per meritar la lode di gran generale, ma di diligente messaggiero?

      Pudet eheu libi? causa petendae
     haec fuit Hesperiae? visum est committere quemquam
     tam saevo crudele Mari?

Di pericoli sí disperati, a’ quali non sarebbe degno prezzo un mondo intero, il sará l’aver passato un golfo senza ir traverso?

           Tantum, quid numina lassas?
          Sufficit ad fatum belli favor iste, laborque
          Fortunae. —