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Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/36

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30 ludovico zuccolo


atti ad introdurre in uno stato e conservar qualsivoglia forma di republica. E quella, che risponde all’arte oratoria, non sará altro che un’arte o facoltá di mettere in opera sí fatti mezzi e modi.

Dalle cose discorse possiamo agevolmente venire in cognizione di qualsivoglia particolare spezie di ragione di stato. Perché quella, la quale risguarda al tiranno, sará un’arte di conoscere i mezzi e i modi atti a costituire e conservare il governo tirannico; e quella, che mira al re, sará arte di conoscere i mezzi e i modi atti a costituire e conservare il governo regio. E, cosí discorrendo per l’altre spezie di republica, ci sará facile il diffinire la ragione di stato a ciascheduna appartenente. Se poi a qualsivoglia spezie di ragione conoscitiva ne faremo rispondere un’altra operativa, avremo, a giudicio mio, intiera contezza della ragione di stato.

Io mi sono valuto nelle diftínizioni delle voci «arte» e «facoltá» per non mettere in vilipendio il bello e onorato nome di «prudenza»; ma veramente nelle buone republiche la ragione di stato non è altro che la prudenza intorno a que’ mezzi e modi che detto abbiamo; e nelle male, una tale avvedutezza, la quale con esso loro ha quella proporzione che la prudenza ha con le buone. Ma, siccome quella poca ombra di giustizia ch’è tra corsari e altri ladroni, pur suole anco nominarsi giustizia, forse anco non sarebbe disdicevole il chiamar prudenza la ragione di stato del tiranno e de’ pochi potenti, per la somiglianza che tengono con quella prudenza, la quale è nelle buone republiche della forma introduttrice e conservatrice: ché cosí verrebbesi a diffinire per un genere piú prossimo e piú proprio. E questo sia detto acciocché si penetri piú al vivo la ragione di stato, lasciando tuttavia in suo arbitrio ciascuno d’appigliarsi alla voce o «facoltá» o «arte» o «prudenza», come piú gli piace, ché nei generi degli accidenti non si rivede sí a minuto come in quei delle sostanze.

Si sono alcuni dato a credere che la ragione di stato supponga il prencipe e lo stato giá in essere e che però non si travagli intorno alla costituzione della republica, attendendo