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186 il morgante maggiore.

19 Così fu presto cessato il furore;
     E conosciuti i nostri buon guerrieri,
     Ognun gli abbraccia con molto fervore;
     Tutto il popol gli vide volentieri;
     Ognun si scusa collo ’mperadore,
     Nessun si vede di que’ da Pontieri:
     E con gran festa e piacere e sollazzo,
     Tutti n’andorno a smontare al palazzo.

20 Era venuta intanto Alda la bella,
     Per rivedere Orlando il suo marito;
     Rinaldo una corona ricca e bella
     Donava a questa, ov’era stabilito5
     Un bel rubin che valea due castella:
     Alda la bella col viso pulito,
     Gran festa fe del marito, e di quello,
     E d’Ulivieri il suo caro fratello.

21 Poi che furono alquanto riposati,
     Queste parole Rinaldo dicia:
     O Carlo, io non ci veggo, bench’io guati,
     Uggieri, o Namo, o l’altra baronia;
     Che n’hai tu fatto? hagli tu sotterrati,
     O son prigioni andati in Pagania?
     Carlo a Rinaldo subito ha risposto:
     Tutti son vivi, e qui gli vedrai tosto.

22 E raccontò com’andata è la guerra,
     E ciò ch’è stato dopo il suo partire;
     Come il re Erminion Montalban serra,
     E i suoi baron minaccia far morire;
     E come Astolfo è drento nella terra,
     E Ricciardetto suo c’ha tanto ardire.
     Parve a Rinaldo e gli altri il caso strano
     De’ paladini, e sì di Montalbano.

23 Diceva Orlando: Presto i paladini
     Si bisogna, Rinaldo, riscattare;
     Io vo’ che ’l campo là de’ Saracini
     Domani a spasso andiamo a vicitare,
     Che trenta miglia son presso a’ confini.
     Meridiana cominciò a parlare:
     Io vo’ venir, se la domanda è degna,
     E ’l mio Morgante vo’ che meco vegna.