44 E non poteva ancor romper la calca,
Che tuttavolta si facea più stretta;
Pur sempre innanzi a suo poter cavalca,
E ’n qua e ’n là come un leon si getta:
E molti colla spada ne difalca
Della turba bestiale e maladetta,
E tristo a quel ch’aspettava Altachiara,21
Chè gli facea costar la vita cara.
45 Morgante in mezzo stava dello stuolo,
E col battaglio facea gran fracasso;
Meridiana sentiva gran duolo,
Chè ’l corpo femminil già era lasso:
Nè fuggir può, se non si lieva a volo,
Perchè non v’era onde fuggirsi il passo;
Ma pur Morgante spesso la conforta,
E molta gente avea dintorno morta.
46 Ed era tutto da’ dardi forato,
E lance, e spiedi,22 e saette, e spuntoni;23
E tutto quanto il corpo insanguinato;
Chè le ferite parevan cannoni,24
Che gettan sempre fuor da ogni lato:
Avea nel capo cento verrettoni;24a
Ma tanti intorno avea fatti morire,
Che già del cerchio non poteva uscire.
47 L’un sopra l’altro morto era caduto,
E gli uomini e’ cavalli attraversati,
Tal che miracol sarebbe tenuto,
Quanti furon poi morti annumerati:
Ave’ cinque ore o più già combattuto;
Or pensi ognun quanti e’ n’abbi schiacciati,
Che non potea più aggiugner colle mani,
Tanto discosto gli erano i Pagani.
48 Meridiana assai s’era difesa,
Ed or da’ dardi attendeva a schermirsi;
Avea la faccia come un fuoco accesa,
Nè potea più collo scudo coprirsi,
Tanto era stanca, perchè troppo pesa,
E non poteva del cerchio fuggirsi,
E così afflitta, e sventurata a piede
Morir vuol prima, che chiamar merzede.