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194 il morgante maggiore.

59 Dio ti sconfonda, disse Erminione,
     Se tu se’il prenze sir di Montalbano,
     Colui che porta sbarrato il lione,27
     Ch’ancor lui sbarrerò colla mia mano.
     Rinaldo, udendo sì fatto sermone,
     A lui rispose: Cavalier villano,
     Che di’ tu, re di farfalle o di pecchie?26
     Io t’ho a punir di mille ingiurie vecchie.

60 Rispose Erminion: Del tempo antico
     A vendicar m’ho io de’ miei parenti:
     Tu uccidesti come reo nimico
     Il re Mambrin con mille tradimenti.
     Disse Rinaldo: Ascolta quel ch’io dico:
     Per la tua gola, Erminion, ne menti;
     Ch’a tradimento vien tu qua, Pagano,
     Perch’io non c’ero, assediar Montalbano.

61 Ma tanto attraversato ho il piano e ’l monte,
     Ch’io t’ho trovato, e non ti puoi fuggire;
     E ’l tuo fratello uccisi Fieramonte,
     E detti al popol tuo giusto martìre;
     A Salincorno ho spezzata la fronte,
     Or farò te col mio brando morire.
     Quando il Pagan sentì rimproverarsi
     Tant’alte ingiurie, e’ cominciò a picchiarsi,

62 E in su l’arcion percuotersi l’elmetto
     E bestemiar Macon divotamente,
     E battersi col guanto tutto il petto:
     Are’ voluto morir veramente;
     E poi rispose: D’ogni tuo dispetto,
     Che fatto m’hai, ne sarai ancor dolente;
     E misse come disperato un grido:
     Prendi del campo tosto, ch’io ti sfido.

63 E poi soggiunse: Facciam questo patto;
     Dacchè tu m’hai cotanto offeso a torto,
     Che Montalban mi doni, s’io t’abbatto;
     E se tu vinci me, datti conforto,
     Che’ tuoi prigion ti renderò di fatto,
     Chè nessun n’ho danneggiato nè morto:
     E che s’intenda per un mese triegua,
     E poi ciascun quel che gli piace segua.