89 Tornato Ruinatto a Montalbano
Colla risposta del suo car signore,
Subito il brando suo gli pose in mano,
E consegnò Baiardo il corridore;
Rinaldo sbuffa come un leo silvano,
Per quel che scrisse il roman senatore,
E rimandava indrieto un suo valletto,
A dir così, chiamato Tesoretto:
90 Che non volea la spada rimandare,
Nè Vegliantin, se non gli promettea
Con lui doversi in sul campo provare,
Che di minacce sa che non temea;
E che nel pian lo voleva affrontare
Di Montalban coll’armi, conchiudea.
Tesoretto n’andò presto ad Orlando,
E la ’mbasciata venne raccontando.
91 Orlando, ch’era e discreto e gentile,
Ma molto fier quand’egli era adirato,
Tanto che tutto il mondo avia31 poi vile,
A Carlo tutto il fatto ha raccontato,
E come fece la risposta umíle,
Credendo aver Rinaldo umiliato:
Ma poi ch’egli è per questo insuperbito,
D’andarlo a ritrovar preso ha partito.
92 E che non ricusò battaglia mai,
Che non intende aver questa vergogna.
Carlo diceva: A tuo modo farai;
Se così sta, combatter ti bisogna.
Orlando disse a Tesoretto: Andrai
Al prenze, e dì ch’io non so se si sogna;
Ma se davver m’invita alla battaglia,
Doman lo troverrò, se Dio mi vaglia.
93 E che m’aspetti, com’e’ dice, al piano,
Dal campo un poco de’ Pagan discosto.
Tesoretto ritorna a Montalbano,
E disse quel che Orlando avea risposto.
Armossi col nipote Carlo Mano,
Poi che lo vide al combatter disposto;
Però che Carlo molto Orlando amava,
Così nel suo segreto il prenze odiava.