44 E poi toglieva una sua rete in collo,
E disse: Intanto qui vi poserete,
E fate il fuoco mentre ch’io m’immollo;
So che de’ pesci io n’empierò la rete,
Tanto ch’ognun di voi sarà satollo,
E de’ sermenti pe’ cavalli arete.
Così smontorno, e dettono a’ cavalli
Certi sermenti dur più che coralli.
45 Questo romito molti pesci prese,
Ed empiene la zucca e ’l pellicino;8
Rinaldo e Fuligatto il fuoco accese.
Torna il romito, e va per trar del vino;
Un angel presto dal ciel giù discese,
E disse: Porterai su al paladino,
Quale è Rinaldo, questa mia vivanda,
E di’ che il suo Gesù dal ciel la manda.
46 Torna il romito, e presenta a costoro
Questa vivanda piena di dolcezza,
E dice come Iddio la manda loro;
Donde ciascun ripien fu d’allegrezza:
Ben parea certo dell’eterno coro:
Vedi che Cristo i suoi fedeli apprezza.
Dicea il romito: Statevi a vostro agio,
Ma, a mio parer, vi sarà assai disagio.
47 La casa cosa parea bretta9 e brutta,
Vinta dal vento, e la natta e la notte
Stilla le stelle, ch’a tetto era tutta;
Del pane appena ne dette ta’ dotte;
Pere avea pure e qualche fratta frutta,
E svina, e svena di botto una botte;
Poscia per pesci lasche prese all’esca,
Ma il letto allotta alla frasca fu fresca.
48 Lasciàngli come il bruco in su le frasche
Rinaldo e Fuligatto insino al giorno,
Ch’a questo modo smaltiran le lasche,
E il mosto e ciò che la sera mangiorno,
Perch’altra fantasia par che mi nasche.
Sento di lunge chiamarmi col corno,
E suona, quel che chiama, quanto e’ pote,
Chè qui comincian le dolenti note.