Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
7 |
E il difetto de’ Greci si comunicò ben anche ai Latini, se dobbiamo giudicarne da ciò che ne abbiamo di Boezio e di Cassiodoro, i quali poc’altro fecero che tradurre i i primi, come si è visto d’esso Boezio, che oltre l’Aritmetica di Nicomaco, citata da noi, trasportò in latino la musica di Pitagora, l’Astronomia di Tolomeo, la Geometria d’Euclide, la Logica d’Aristotele, la Meccanica d’Archimede (Tiraboschi Stor. della Lett. It. T. 3, l. 1, c. 4); e come può vedersi di Cassiodoro nel libro suo intorno alla Matematica. Parimente ciò che ne rimane del Ven. Beda sui numeri, e sulla maniera di conteggiar colle dita (de computo vel loquela per gest. digitor.), e ciò che alla sfuggita ne hanno scritto S. Isidoro (l. c. 3, 1 et seq.), e Marciano Capella (lib. 7), si può tenere in luogo di curiosa più che d’utile cognizione. Ed è pur singolare che mentre ci sono stati conservati gli opuscoli elementari di Prisciano, di Remnio Fannio, di Volusio Meciano, di Baldo, di Valerio Probo sulle figure ed i nomi dei numeri, sulle monete, sui pesi e le misure (V. Grev. antiq. Rom. T. II, circa fin.; Auctores lat. ling. a Gothofred. pag. 1477, 1526 et 1546; Auctores grammat. latinae a Putschio, pag. 1683 et seq.), niun autore più sia, che insegni come i Romani usassero in pratica delle note numeriche, e se ne valessero almeno nelle quattro principali regole della somma, della sottrazione, della moltiplicazione e della divisione.
Alcuni libri sulle Discipline compose Terenzio Varrone, uno de’ quali riguardava l’Aritmetica; e Vetranio Mauro afferma d’averlo veduto in Roma presso il Cardinale Lorenzo Strozzi, (in Vit. Varron. - V. Fabric. bibl. lat. 1, 7, §. 9). Altri poi ne compose S. Agostino ad imitazione di Varrone sulle Discipline, non però compiuti, dove nominatamente si contenevano i principj dell’Aritmetica (retractat. 1, 6). Se queste opere tuttora esistessero, abbiamo alcun titolo a congetturare che ne darebbono lume sul metodo di conteggiare presso i Romani.
Nè deve dubitarsi che ad essi non fossero palesi e familiari le regole mentovate. Moltissimi luoghi potrebbono