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biblioteca della R. Deputazione in servizio dei dotti indagatori delle patrie memorie.

Tanta attività e competenza, alla morte del Conte Provana, 1837, gli valsero la nomina di Bibliotecario della Palatina, dove, coi lauti assegni del munificente Sovrano, acquistò tale copia di libri stampati, d’incunabuli e di codici, di manoscritti rari e preziosi, che in meno di dieci anni la Palatina potè rivaleggiare colle biblioteche più cospicue della Penisola.

La carica di Bibliotecario metteva il Promis in relazione diretta e continua con Re Carlo Alberto, di cui divenne consigliere fedele e autorevole. La stima che s’andava sempre crescendo per lui si trasformò in breve tempo fra loro due in un’amicizia profonda, talchè il Promis in ogni circostanza, interprete generoso della mente sovrana, fu il depositario dei più intimi pensieri e l’occulto dispensatore delle continue beneficenze private del Re.

Il Promis ebbe anche l’onore di essere il precettore dei figli di Carlo Alberto.

Quando al Re, che gloriavasi di discendere da una delle più celebri famiglie italiane, venne in animo che anche alla Famiglia di Savoia si facesse posto nella pubblicazione del Litta, incaricò il Promis di mettere a disposizione del compilatore ogni sorta di materiali storici e biografici, genealogie, topografie, ritratti, medaglie e monumenti, e alieno da ogni ambizioso pensiero, raccomandò all’illustre storiografo null’altro che l’imparzialità dei giudizi.

Al Promis devesi il favore accordato dal Re ai Congressi degli Scienziati italiani di Torino (1840) e di Genova (1846); la fondazione della Società agraria; l’introduzione in Piemonte degli scritti di Gioberti, di Cesare Balbo, dell’Azeglio e di altri insigni preconizzatori del Risorgimento italiano fino alla solenne proclamazione della libertà della stampa.

Nel 1848, scoppia la Rivoluzione in Lombardia, Carlo Alberto varca il Ticino col vessillo tricolore sormontato dalla Croce di Savoia; corre in aiuto dei combattenti delle cinque giornate. Superfluo ricordare qui i fortunosi eventi di quell’anno e l’infelice tentativo della riscossa (1849). Il disastro di Novara (23 marzo) segnò al re sventurato la via del vo-