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DI OTTAVIO FALCONIERI 11


Ma ciò suole avvenire ordinariamente, che in quelle cose, delle quali è più facile l’accertarsi della verità, si commettano maggiori errori per la trascuraggine con cui si fanno, e per la fidanza che si prende di starsene, come in cose già noto alla fede altrui. Quindi hanno origine tante opinioni false, che corrono intorno alle antichità. E di questa Piramide, nello quale a lettere di ben forse due piedi è scritto il nome di C. Cestio, era opinione del popolo al tempo d’Andrea Fulvio, ch’ella fusse il sepolcro [Lib. VI cap. 31.] di Remo, non peraltro forse, se non perchè ella è posta mezza dentro e mezza fuori delle mura di Roma; dalla quale opinione nata forse in più antichi tempi egli stima essersi mosso il Petrarca ad affermare in una delle sue epistole, che il sepolcro di Remo fusse ancora in piedi.

Intorno dunque alle sopraddette iscrizioni riportate da me fedelmente a’ suoi luoghi, giacché da tanti altri, che ne hanno parlato, non è stata fatta sopra di esse considerazione alcuna, non giudico fuor di proposito il dirne qualche cosa. E primieramente circa a quella, la quale si legge nella par-

    sa con lettere ben chiare la parola ΑΠΑΜΕΩΝ, e per conguenza non poter aver luogo la di lui immaginazione che le tre lettere ΝΩΕ che trovansi scolpite nel corpo della Nave fossero la continuazione, e finimento della parola ΑΠΑΜΕΩΝ. che abbiamo tutta intera senza di questo straniero ricercato sussidio, nel qual caso la suddetta imaginazione si riduce ad una ridicola, ed inutile ripetizione, come ha pure osservato il Gori nel fine della sua osservazione su di questo Medaglione nell’insigne Opera del Museo Mediceo.

    Dopo d’aver unite assieme, e me meglio si è potuto, colle ricerche su’ libri, queste poche notizie riguardanti la Persona di Ottavio Falconieri, e date alle stampe, abbiamo oltre ogni nostra aspettazione scoperto, che molto parlasi di questo Personaggio nelle carte, e scritti lasciati dal sopralodato Francesco Gottifredi, e passati dopo l’estinzione della linea mascolina dì quell'illustre Famiglia in potere dell’Eminentissimo Fantuzzi. Non essendo noi in grado di più poterci prevalere di tale scoperta per non trattenere la stampa, lascieremo il campo a qualche altro, che talento abbia di acquistare maggiori cognizioni, restando ben contenti di aver potuto additare il luogo, ove si conservano. (Nota della vecchia Edizione.)