fiche, e Mediche istituzioni, e di tanti suoi Voti, e Consulti di pratica Medicina24 invidio già il godimento di que’ preziosi tesori, che alla tua Arte appartengono; ma duolmi soltanto, e dorrammi, che quando a pubblico benefizio non si producano, nella nettezza ed eleganza de’ modi suoi un grande ajuto sottraggasi all’arte mia, ed in quel suo fermo edifizio, e limpidissimo ordine di dottrina un grande esemplare nascondasi a tutte l’altre. Io so bene, che consigliato egli stesso, e pregato più volte di pubblicar colle stampe i suoi leggiadri trattati, e le sue dotte consultazioni, con rara, e severa modestia se ne difese; ma ne fu egli almeno, infin che visse, senza limitazione alcuna o di persona, o di luogo, o di tempo, o di modo, largo e benefico dispensatore.
Quanti de’ nostri, e quanti dalle Città, e Terre straniere si presentarono a Lui, tutti umanamente raccolse, fra tutti le paterne sue cure, diligenze, e fatiche amorosamente divise. Quindi qual meraviglia, se tanto numero di Scolari in ogni tempo, e d’ogni parte avidamente concorse ad udirlo25? Se talun dalle Gallie, ed altri mossero dalle Spagne? e quai l’Alemagna, e quai ne inviò la Polonia? E se fino tra’ Moscoviti, tra gli Armeni, e tra’ Greci si ritrovò chi l’onor volle, ed il piacer di ascoltarlo? Era questo un effetto, nè altro aspettar si dovea, della celebrità del suo nome; la quale dalla stima nascendo del suo sapere, e dalla fama accrescendosi dell’amor suo, invitava con doppio titolo a profittarne, e quasi a forza traeva dalle braccia de’ Genitori i figliuoli, dal seno delle lor Patrie i cittadini. Strana più tosto, e mirabil cosa sembrar potrebbe, che non pochi nella sua Scuola si annoverassero [degg’io chiamarli o più modesti, o più accorti?] i quali, ancorchè altrove eruditi, ed alla dignità del Magistero elevati, a Lui ricorsero, e Lui frequentarono, e seguirono come Maestro, alla dipendenza e soggezion di discepoli ritornando. Sotto il qual nome io certo non oserei di comprenderli, s’eglino stessi, anzi che ad onta, non si fossero a pregio recato l’ascoltarne insieme cogli altri, il trascriverne, l’appararne, il ripeterne le lezioni26. Di queste risuonavano, e in certa guisa esultavano le sue pareti do-