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ii. la «nota ai guinigi» 769

II. LA «NOTA AI GUINIGI»


La testimonianza più significativa dell’esperienza acquistata dal Sercambi nelle cose di governo è costituita, oltre naturalmente ai dati biografici passati brevemente in rassegna, dalla Nota ai Guinigi, già conosciuta nella scorrettissima edizione che ne fece il Mansi1, e restituita finalmente dal Bongi alla sua forma genuina2. Il titolo completo del breve scritto è: Nobilibus et potentibus viris Dino, Michaele, Lazzarino et Lazario de Guinigiis - Nota a voi, Guinigi. Essa fu certamente scritta, come osserva il Bongi3, fra il 1392, l’anno cioè in cui i Guinigi, sopraffatta la fazione Forteguerri, riacquistano la supremazia politica in Lucca, ed il 1400, l’anno della morte di Lazzaro, uno dei quattro destinatari della Nota.

Questo arco di tempo si potrebbe tuttavia ulteriormente restringere, tenendo presente che la Nota vien dedicata ai quattro capi della famiglia e non al solo Lazzaro, il quale specialmente a partire dal 1395 veniva riconosciuto universalmente come l’unica guida dello stato e del partito; che proprio all’inizio dello scritto si accenna ai «pericoli che passati sono», «ai pericoli presenti» e a quelli che «puonno avvenire», frasi che possono comprendersi solo se inserite nel clima che segui i fatti del 1392 ed al quale debbono riportarsi anche le strette cautele contemplate dal documento per la difesa personale dei membri della famiglia Guinigi; ed infine, tenendo presente che essa è un programma di governo e come tale da supporsi scritto perché servisse da testo ai nuovi oligarchi e non certo per correggere il corso politico già impresso allo stato. Non si andrebbe lontano dal vero, perciò, se si assegnasse alla Nota la data appunto del 13924.

  1. In Stephani Balutii Tutelensis Miscellanea Novo Ordine digesta, Lucca, 1764, pp. 81-83; per le vicissitudini attraverso cui il documento giunse al Mansi, si v. la pref. del Bongi alle Croniche cit., p. xvii n. Sul testo del Mansi essa venne pubblicata da P. Vigo, col titolo di Monito ai Guinigi, Livorno, V’igo, 1889.
  2. La si veda in appendice alle Croniche, iii, 397-407. Su questa ed. fu esemplata da C. Varese e pubbl. assieme ad alcuni brani delle Croniche in Prosatori volgari del Quattrocento, Milano-Napoli, Ricciardi, 1955, pp. 125-33. Per le citazioni dal testo ci siamo valsi dell’ed. del Bongi.
  3. Cron., iii, 398.
  4. Corre dunque a proposito ricordare qui lo scritto del Guicciardini più vicino alla Nota, e cioè il discorso Del Governo di Firenze dopo la restaurazione de’ Medici nel 1512.