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190 parte prima - capitolo xxi


uomini da esser ministri. Il Pepe gli mando alcuni nomi ed un programma: il re gli fece rispondere che i nomi non gli accettava, che il programma violava lo statuto: era il programma del Saliceti.

Fu dato l’incarico di comporre un ministero al generale Pignatelli, principe di Strongoli, vecchio, gentiluomo, debole. Gli corsero a casa persone d’ogni risma, ignoranti, ribaldi, spie degne di galera, e molti proposero se stessi: si scrivevano liste di nomi che a leggerle facevano ribrezzo, e si stampavano: scoppiarono le piú pazze ambizioni. Venne da me sinanche un bidello dell’universitá, Carlo Basile, che aveva stampato certe sue scempiaggini, e con quelle stampe a la mano mi disse: «Presentatemi al principe Pignatelli, proponetemi a ministro di pubblica istruzione, e vi farò vedere io come acconcerò le cose». Ebbi a sudare per liberarmi da quel matto, che poi me ne volle sempre. Il Pignatelli ebbe il senno di volgersi ad un onesto uomo, a Carlo Troya, scrittore della Storia d’Italia del medio evo, che tutti rispettavano per l’ingegno e la dottrina, tutti amavano per la bontá dell’animo ed una vita intemerata. E quantunque egli fosse nuovo nelle cose del governare, e vecchio, e perduto di gotte, pure ebbe il coraggio di offerirsi, come egli stesso diceva, in olocausto alla sua patria, e si mise alla difficile opera. Chiamò in sua casa il marchese Luigi Dragonetti, Saverio Baldacchini, Casimiro de Lieto, Raffaele Conforti, Aurelio Saliceti, e il colonnello Gabriele Pepe, sannita, d’altra famiglia del generale, prode, dotto, intemerato, fiore di galantuomo e di patriota. Non furono di accordo: il Saliceti, il Conforti, il de Lieto volevano riforma dello statuto: gli altri dicevano di averlo giurato, e volerlo mantenere, si riformerebbe col tempo. I tre uscirono, poi uscí il Pepe, che dimandato disse la cosa schietta. Ecco si sparge che il Saliceti vuole la repubblica, ecco battere i tamburi l’allarme per tutta la cittá. Si raccoglie la guardia nazionale, le milizie escono armate dai quartieri e si schierano su le piazze: tutti temono oscuri pericoli. Taluni uffiziali della guardia nazionale propongono di andare innanzi