Pagina:Sextarius Pergami saggio di ricerche metrologiche.djvu/120

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187. Stat. an. 1331, 8 § 46: quod quelibet persona vendens vinum ad minutum debeat vendere et mensurure ad iustos Claudos et Claudinos; ibid. § 49: et d. Vicarius inquiri faciat per eius familiam — si Clodi et Clodini — sint justi; Stat. an. 1353, 8 § 42: et nihilominus d. Potestas inquiri faciat — si Claudi et Claudini cet. Di qui si vede che, sebbene lo Statuto del 1331 abbia ragguagliato la Bozzola al Claudus nello stabilire la base delle misure del vino, tuttavia il nome più comunemente usato a quest’epoca era quello di Claudus. Questa parola, con un tale significato, manca in Du Cange.

188. Negli Statuti di Taleggio ed Averara del 1487 dove si tratta del bollo delle misure vi ha, c. 67: e de ogni quartino over bochal e de uno mezzo ecc.: dove trattano della vendita del vino al minuto, c. 68: soto pena e bando de Sol. X de mezani de zeschadun giodo (Claudus) over bochal, e soldi V de mezani per cadauno mezo. Quando si introducesse da noi la divisione del Boccale in quattro Zaine, non abbiamo documenti che ce lo dicano. La Zaina si trova nominata sulla fine del secolo decimoquarto in quella ordinanza dello Statuto del 1391 dove è detto (1 § 85): quod nulla persona presumat accipere de aliquo ciato misi denarium unum, nec de aliqua zaina nisi tres medianos. Sebbene il Cyathus fosse la minore delle misure nel sistema grecoromano (v. Hultsch, Metrol. p. 82 seg., 91, 95), tuttavia a quest’epoca non entrava punto nel novero delle nostre misure, sibbene era un recipiente usato ne’ banchetti per bevere il vino, come il nostro bicchiero. Quindi, accennandosi al compimento de’ riti nuziali in un contratto di matrimonio del 1372, troviamo: bibendo ipsa domina Donina de vino qui erat in uno ciato (Ronchetti, Mem. stor. 5 p. 153). Lo stesso deve dirsi anche della zaina, e dalla posizione stessa di questa ordinanza nello Statuto si comprende troppo evidentemente, che qui si tratta del prezzo di questi recipienti, non del valore del vino in essi contenuto.

189. In un inventario del 1342 (Arch. capitol. Filz. Z in GG 3) abbiamo: et duos Flaschonos qui possunt tenere Claudos quatuor. Questo Inventario, che ci ha conservato altri nomi affatto volgari (p. e. et unum vezolum de brentis duabus; v. anche sotto Nota 200), ci dimostra che allora nell’uso comune della bozzola non si faceva più parola (v. Nota 184).