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104 CAPO VII.

nè di mutazioni, nè di sorti han mai potuto svellere dalla memoria degli uomini.

L’Etruria centrale, sede propria e permanente della nazione, stava compresa già nei primi secoli di Roma fra l’Arno e il Tevere, dentro i seguenti tre chiari e naturali confini: 1.° la sommità della curva giogana dell’Appennino, cominciando dalla sorgente del Serchio e seguitando per le cime de’ monti fino a quella del Tevere; 2.° il Tevere medesimo fino al suo sbocco in mare; 3.° il lido del mar toscano dalla foce del Tevere fino a quella dell’Arno. Vero è che buona parte di questo divisato territorio era stato per l’innanzi occupato dagli Umbri, ne’ grandi commovimenti e romori, che tramutarono le abitazioni di molte genti1. Talchè la prima e forse l’originaria stanza degli Etruschi, tribù di paesani, convien cercarla in un tratto più ristretto, e principalmente nelle alture che dalla Falterona piegano per una continovata catena alle valli del Mugello dove anche oggidì si sostiene una gagliarda popolazione: e solo per cosa incidente, benchè domestica, qui notiamo, che «nostra antichità» chiamano il Mugello i vecchi cronisti fiorentini2. Or dunque di quivi intorno, o d’altra parte interiore tra ponente e settentrione si mosse quella gente fiera a’ danni degli Umbri, suoi molesti vicini e nemici: e domati costoro per fortissimi travagli ne’ luoghi

  1. Vedi sopra p.75.
  2. Vedi Cron. di Gio. Morelli, in più luoghi.