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192 CAPO IX.

dei montanari osci, dipoi detti Sabini, sforzati nel nido natio, si racchiusero ne’ fortificati ricetti dell’alto paese tra Aquila e Lionessa; gli altri preso il cammino dal territorio di Rieti, se ne vennero giù per la lunga vallata del Turano fino alle ripe dell’Arno e del Tevere1. È facile comprendere quanto cotesti eventi fossero pieni di urgentissimi pericoli e di travagli per uomini a’ combattimenti temerari, e precipitosi alla volta: nè in così grandi strettezze non si confidava il popolo, secondo costume, di altro rimedio salutare, se non che di votarsi in comune al nume protettore. Da ciò dunque quelli di Testrina, o delle vicinanze di Amiterno, usciti fuori sotto la tutela del suo Dio, diedero principio alla nazione cognominata dei Sabini aggregandosi di luogo in luogo ad altre genti di loro natura, ed ugualmente di razza e lingua osca2. Lista, Cutilia, Tiora, Palazio, Trebula-Suffena e la Mutusca, con altri luoghi non pochi del territorio di Rieti, erano stati, secondo Varrone, degli Aborigeni, prima che dei Sabini, i quali verisimilmente per questi suc-

  1. V. p. 174, 175, 75.
  2. Il nome osco dei Sabini, che fu anche generico dei popoli Sabelli derivati da quelli, era propriamente Sabinim, : come si legge ne’ denari del Sannio battuti al tempo della guerra marsica. Vedi i monumenti dell’Italia avanti il dominio dei Romani, tav. lviii, 7. — Quanto il 8 osco nella pronunzia fosse simile al B latino si conosce per parecchie iscrizioni. Vedi la lapide pompejana tav. cxx 3. lin. 5: 4. lin. 7 ed il noto sasso di Abella.