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240 Storia delle Arti

monianza di Flaminio Vacca1, che questa si trovò sulla statua quando disotterrata fu sul Palatino; ma so altresì, come ho notato altrove2, che gli antichi fecer talora simili imposture3: e ciò appunto era già stato osservato dal marchese Maffei riguardo a questa medesima statua4. Che tal lavoro diffatti non sia dello scultore di cui porta il nome, rilevasi e dal silenzio degli antichi, che mai non parlano d’opere di Lisippo in marmo, e più ancora dall’opera medesima, che non è certamente degna di lui5.

[Agesandro e figli...
Loro Laocoonte]

§. 9. Se innumerevoli opere si son perdute dei tempi, in cui più l’arte fioriva, un preziosissimo monumento di essa però si è conservato nella statua del Laocoonte. Che l’artista di essa vivesse ai tempi d’Alessandro il Grande, se pur non possiamo dimostrarlo col testimonio degli storici, lo argomentiamo almeno con molta verosimiglianza dalla perfezione del lavoro6. Plinio ne parla come di un’opera che tutte superava quante prodotte aveane la pittura o la scultura7. Essa fu lavoro di Agesandro, Polidoro, e Atenodoro di Rodi, il terzo de’ quali era figliuolo del primo, come rilevasi da un’iscrizione posta sulla base d’una statua nella villa Albani8; e tale forse era anche il secondo, perchè altrimenti

  1. Memorie, ec. n. 77., e presso Montfaucon Diar. ital. cap. 13. pag. 180.
  2. Lib. VIII. Cap. I. §. 12. pag. 97.
  3. Fedro Fabul. l. 5. in prol. ce ne dà un’ampia testimonianza riguardo a simili imposture, che si facevano a’ suoi tempi, allorchè si estendeva sempre più in Roma il genio per li monumenti dell’arte:
    Ut quidam artifices nostro faciunt sæculo,
    Qui pretium operibus majus inveniunt novo
    Si marmori adscripserunt Praxitilem suo,
    Myronem argento. Plus vetustati nam favet
    Invidia mordax, quam bonis præsentibus.
  4. Osserv. lett. Tom. I. p. 398., e Artis crit. lapid. lib. 3. c. 1. can. 3. col. 76. 77, ove legge l’iscrizione, ΛΥΣΙΠΠΟΥ ΕΡΓΟΝ opera ai Lisippo, come la riferisce anche l’altro Maffei loc. cit. colla (differenza del Σ in C., e Flaminio Vacca l. cit. in latino.
  5. Presso il Boissard Antiq. & inscript. Par. iiI. fig 117: sotto una figura di marmo si legge MYRRI LINI LYSIPPI. Ma questo Lisippo non avrà niente che fare coll’altro.
  6. Se Atenodoro fosse lo stesso che quello da Plinio lib. 35. cap. 8. sect. 19. princ. detto scolare di Policleto, avrebbe vissuto circa l’olimpiade lxxxvii. come vuole il Maffei Raccolta di statue, Tav. 1., e dopo di lui Richardson, e l’Orlandi nella nota al Nardini citato qui appresso. Il nostro Autore nella prima edizione non avea saputo acconsentirvi, come ne anche nel Tratt. prelim. Cap. IV pag. LXIX.
  7. lib. 36. cap. 5. sect. 4. §. 1.
  8. Tal base fu trovata dal signor cardinal Albani nelle ruine dell’antica Anzio, ed è di

non