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342 appendice


CANTO DECIMO

St. 11:sovra il letto del mar prendean ristoro

 R. R1.
taceano, e i pesci e l’acque avean ristoro,
se non in quanto i Zefiretti lieti
increspavano il lembo a Dori e a Teti.
 S. E. P.
     St. 12:Facean le Ninfe a l’amoroso legno
scorta notando, ove la diva impera,
e ruggendo le gían d’ossequio in segno
quinci e quindi i delfini a schiera a schiera.
Passa la foce, ove nel salso regno
l’Umbron si perde, e la montagna nera
a destra man dell’isola del Giglio
scampo giá de’ romani in lor periglio.
St. 24:fu Corradin in man de l’empia gesta
 S.
quindi monte Cerchiello orrido appare
 S.
St. 50:Vassene in piazza, ov’era allor gran parte
del popolo venuto a far la scorta
con gli artigiani, e tutti in quella parte
trassero per udir ciò ch’egli porta.
 S.
St. 54:O Vergine Maria, che cosa è questa?
 S. E.
     St. 55:Come a Montecavallo i cortigiani
vanno per la lumaca a concistoro,
respinti e scossi da gli incontri strani
e aprendosi la via co’ petti loro;
cosí i medici quivi e i cappellani
non trovando da uscir strada né foro,
urtavano respinti, e senza metro
facean tre passi innanzi e quattro indietro.
 R.