Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/137

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capo v. 125

ne. Liberami da’ rei appetiti, e d’ogni affetto disordinato sana il mio cuore; acciocchè di dentro risanato e bene purgato, io sia meglio disposto ad amare, a patire più forte, ed a perseverare più fermo.

3. Grande cosa è l’amore, e al tutto gran bene; che solo rende leggiero ogni peso, e senza mutarsi regge al mutar delle cose. Imperciocchè porta il peso, senza che gliene gravi, e fa tornar dolce e saporito ogni amaro. L’amor di Gesù è nobile, spinge ad operar cose grandi, ed a bramar sempre le più perfette conforta. L’amore si sforza all’alto, nè da veruna delle infime cose patisce d’essere ritenuto. L’amore vuol esser libero, e ad ogni mondano affetto straniero; acciocchè non gli sia impedito l’interno vedere, nè da alcuno temporal bene invescato, nè per disastro abbattuto. Niente è dell’amore più dolce, niente più forte, niente più alto, nè più largo, niente più dilettevole, niente più pieno, niente meglio in cielo, nè in terra; poichè l’amore è nato di Dio, nè può altrove che in Dio sovra ogni creato bene quetarsi.

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