Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) II.djvu/195

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192 ESCHILO

la rete, ove l’eroe cadde, mostratela,
ché scorga il padre, non il mio, ma quegli
che tutti vede i nostri eventi, il Sole,
l’empio misfatto di mia madre, scorga,
1065e siami teste nel giudizio, ch’io
compiuta a dritto ho la materna strage.
Quella d’Egisto non la dico. Adultero,
come legge dimanda ebbe castigo.
     Ma lei che macchinò l’orrida trama4
1070contro lo sposo, ond’ella già dei figli
sotto la zona resse il peso, allora
diletto, ed ora, come vedi, infesto,
di’, che ti sembra mai, murena o vipera,
che, pur col tocco, senza morso, attossica?
1075Come lo chiamerò? Qual nome è giusto?
Rete da fiera? o involucro talare
di funerea bara? Laccio chiamalo,
chiamalo rete, pastoia dei piedi.
Tali strumenti l’assassino adopera
1080che tende frodi, ed estorce il denaro
ai viatori, e cosí vive, e quando
molti ne uccise, molto il cuor gli esulta
per la sua frode! Oh mai simile sposa
non m’abbia! Prima senza figli io muoia.

coro
Strofe.
1085Ahimè, ahi!, quanto misero scempio!
Di che morte odïosa fu spento!