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NOTE | 273 |
Ρag. 165, v. 15. — Niso, re di Megara, aveva nella chioma un capello d’oro, al quale era legata la sua vita. Minosse, assediatolo in Nisea, corruppe con un dono la sua figliuola Scilla, e la indusse a recidere il capello fatale.
Pag. 166, v. I. — Le donne di Lemno, per gelosia di alcune schiave tessale, ammazzarono sino all’ultimo i loro mariti: tanto che solo donne trovarono gli Argonauti quando approdarono a quell’isola. Lo scempio rimase proverbiale fra i Greci.
Pag. 191, v. 9. — Anche questa invocazione ai presenti ricorda le parole finali d’Amleto: You that look pale and tremble at this chance — That are but mutes or audiences to this act — Had I but time.... Ο, I could tell you — But let it be.
Pag. 192. — Tutto il brano dal verso 9 al 24 sembrerebbe interpolato.
NOTE ALLE “ EUMÈNIDI „
Pag. 205, v. 1 sg. — Le caverne e i misteriosi abissi della terra, con le loro ardenti esalazioni, furono le prime sedi degli oracoli. Tale origine ebbe anche il famoso oracolo di Delfi, sacro, nei tempi piú recenti, ad Apollo. Ma viveva il ricordo della sua prima essenza, ed è rispecchiato in questo luogo eschileo, che ne attribuisce il primo possesso a Gea, la Terra.
Pag. 205, v. 6. — Febe era anch’essa figlia di Gea (e d’Urano); è detta perciò prole di Titani.
Pag. 205, v. 8. — Febe generò Latona, e fu dunque nonna d’Apollo. E Apollo ebbe da lei l’epiteto di Febo. — In questo viaggio d’Apollo, è il ricordo, trasformato miticamente, di una celebre strada aperta dagli Ateniesi da Atene a Delfi. Figli d’Efesto son detti gli Ateniesi perché Efesto era presunto padre del mitico re loro Erittonio.
Pag. 206, v. 5. — Nume ambiguo (ed anche obliquo, Λόξίας) era anche detto Apollo per l’ambiguità dei suoi responsi.
Pag. 206, v. 7. — In Delfi, non lungi dal santuario d’Apollo, c’era un tempio di Pallade. La bellissima grotta Concia, profonda e ricca di sorgenti, distante da Delfi circa sessanta stadi, era sacra alle Ninfe ed a Pan.
Eschilo, II - 18 |