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262 | libro quinto |
di guerra, che si chiamano gli «re dell’armi»; e consegnarono le loro persone reali.
1389[1050].Ond’è che i popoli, in que’ tempi, erano diligentissimi in sotterrarle e nasconderle, [CMA3] onde tai luoghi, ch’osserviamo nelle chiese addentrati e profondi, ne restaron detti «succorpi».
1390[1056*] [CMA4] Tutte queste osservate cose, con altre sopra ragionate da noi, possono dare la via d’intorno a ciò che la storia barbara del settimo ed ottavo secolo, con maraviglia de’ leggitori, racconta: che gli re concedevano a’ loro capitani intieri cenobi e monasteri, in qualitá di benefici e di feudi, e che nella Francia, Inghilterra, Germania ed anco Italia ministri de’ re possiedevano de’ cenobi e monasteri, e vi abitavano con le loro mogli e figliuoli, consecravano il capo con la tonsura, che usasi da’chierici, e s’intitolavano «abati».
CAPITOLO SECONDO
1391[1057] A questi succedettero certi tempi eroici, per una certa distinzione ritornata di nature quasi diverse, eroica ed umana; onde ancor oggi tra noi usano i nobili quella espressione: che essi «nascono bianchi». Da che viene la cagione di quell’effetto di che si maraviglia Ottomano.
1392[1075]..... [CMA3] cosí questi negli ultimi loro tempi perderono di veduta l’antico diritto feudale. Imperciocché diffiniscono l’investitura del feudo con la tradizione; poi ne fanno due spezie, delle quali una chiamano «cerimoniale», e diffiniscono «tradizione del feudo fatta con la consegna dell’anello o della spada o della lancia»; e questa oppinano produrre una spezie di «bonorum possessione» decretale: l’altra spezie d’investitura chiamano «vera», ch’è quando il signore del feudo ne mette nel real possesso il