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20 vita nuova viii 7 - 9


Amore fece a questa donna. La seconda parte comincia quivi: Amor sente; la terza quivi: Audite.


Morte villana, di pietà nemica,
     di dolor madre antica,
     giudicio incontastabile1 gravoso,
     poi che hai data matera al cor doglioso,
     ond’io vado pensoso,
     di te blasmar la lingua s’affatica.
     E s’io di grazia ti voi far mendica,2
     convenesi ch’eo dica
     lo tuo fallar d’onni torto tortoso,
     non però ch’a la gente sia nascoso,
     ma per farne cruccioso
     chi d’amor per innanzi si notrica.


consenso di fora o d’esser più conveniente al contesto di sora.

9. La lezione genuina del verso è certamente quella che abbiamo accolto. Se l’io non fosse stato nell’originale, come avrebbero pensato i copisti ad aggiungerlo, specialmente nella divisione (VIII 12), data la forma del verbo, voi, che si prestava ad essere intesa come seconda persona più che come prima? Agli esempi addotti dal Carducci (ed. D’Anc.2, p. 67) per provare che presso gli antichi mendico aveva il senso di ‘privo, mancante’, o non già di ‘mendicante’, si possono aggiungere quest’altri: lui (Amore) seguendo rimarrai mendico... del cuore e de l’aver (Guido Cavalcanti (?), Trattato d’amore, son. 41 ‘I’ragionai l’altrier’, v. 4,6); - Amore il qual mi tien di gio’ mendico (Cino da Pistoia, ‘Cori gentili’, v. 14); - amar troppo celato | ten l’om de gioi d’amor sempre mendico (Guittone, ‘Ai! bona donna’, v. 68, 64); - (il vizioso amore) d’ongne rasgional vertù fati mendico (Monte, ‘Ai! misero tapino’, Vat. 3793, n° cclxxxiij, v. 26); - quanto avere à l’uomo, tanto vale, se fosse di bontà tuto mendico (Lo stesso, ‘Più soferir non posso’, Vat. 3793, n° cclxxxiv, v. 71, 72); - Ond’io, vedendo il cor fatto mendico | di natural calore e di sua forza | vo disperato a chi mia vita ammorza (Raccolta di rime attribuite a Franc. Petrarca, Padova 1874, son. ‘Io venni a rimirar’, vv. 12-14).

  1. x incontrastabile; S incostabile, ma V incontastabile, come α.
  2. Giova aver presente la citazione che si fa di questo verso nella divisione (VIII 12). α omette l’io qui, ma l’ha nella divisione; S l’ha in tutt’e due i luoghi, ma in tutti e due lo tralascia il suo affine V; e così M p A, e, nel testo, Barb; w l’omette nel testo, ma non nella divisione. Forse l’io è scomparso anche per causa della forma uoi, presa da taluni copisti come forma di seconda persona, mentre qui sta per voglio.