Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/400

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(1076-1077-1078) pensieri 387

questa medesima facoltà sia neppur oggi perduta (giacché sarebbe ridicolo l’impedire di fare altri composti simili ec.) né che la nostra lingua non ci abbia attitudine; e neppure che non si possano estendere oltre al burlesco o familiare, giacché il burlesco o familiare di questi composti deriva non tanto dalla composizione quanto dalla natura delle voci che li formano. Ma altre voci, purché fosse fatto con giudizio e senza eccesso  (1077) di lunghezza, né forzatura delle parti componenti, si potrebbero benissimo comporre allo stesso modo, senza toglier nulla alla gravità, né indurre nessuna apparenza di buffonesco o di plebeo. E cosí fece giudiziosamente il Cesarotti nell’Iliade, e credo anche nell’Ossian. Omero, Dante, e tutti i grandi formano nomi dalle cose. Quintiliano, e tutti i grammatici l’approvano; quando calzino appunto come qui, dove Tiberio schernisce la cinquannaggine che Gallo voleva de’ magistrati. Davanzati (Annali di Tacito, lib. II, cap. 36, postilla 23), in proposito del verbo incinquare da lui formato per rendere il latino quinquiplicare di Tacito (23 maggio 1821). Era però già stato usato da Dante.


*    Il tempo di Luigi decimoquarto e tutto il secolo passato fu veramente l’epoca della corruzione barbarica delle parti piú civili d’Europa, di quella corruzione e barbarie, che succede inevitabilmente alla civiltà, di quella che si vide ne’ persiani e ne’ romani, ne’ sibariti, ne’ greci ec. E tuttavia la detta epoca si stimava allora e, per esser freschissima, si stima, anche oggi, civilissima e tutt’altro che barbara. Quantunque il tempo  (1078) presente, che si stima l’apice della civiltà, differisca non poco dal sopraddetto e si possa considerare come l’epoca di un risorgimento dalla barbarie. Risorgimento incominciato in Europa dalla rivoluzione francese, risorgimento debole, imperfettissimo, perché derivato non