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Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/411

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(1839-1840) pensieri 397

l’unico e puro fine del perfetto filosofo. La ragione ha bisogno dell’immaginazione e delle illusioni ch’ella distrugge; il vero del falso; il sostanziale dell’apparente; l’insensibilità la piú perfetta della sensibilità la piú viva; il ghiaccio del fuoco; la pazienza dell’impazienza; l’impotenza della somma potenza; il piccolissimo del grandissimo; la geometria e l’algebra della poesia ec.

Tutto ciò conferma quello che altrove  (1840) ho detto della necessità dell’immaginazione al gran filosofo (4 ottobre 1821). Vedi p. 1848, fine e 1841.


*   Non sarebbe fischiato oggidí, non dico in Francia, ma in qualunque parte del mondo civile, un poeta, un romanziere ec. che togliesse per argomento la pederastia o l’introducesse in qualunque modo; anzi chiunque in una scrittura alquanto nobile s’ardisse di pur nominarla senza perifrasi? Ora la piú polita nazione del mondo, la Grecia, l’introduceva nella sua mitologia (Ganimede), scriveva elegantissime poesie su questo soggetto, donna a donna (Saffo), uomo a giovane (Anacreonte) ec. ec., ne faceva argomento di dispute o trattati rettorici o filosofici (prima epistola greca di Frontone), ne parlava nelle piú nobili storie colla stessissima disinvoltura con cui si parla degli amori tra uomo e donna ec. Anzi si può dir che tutta la poesia, la filosofia e la filologia erotica greca versasse principalmente sulla pederastia, essendo presso i greci troppo volgare e creduto troppo sensuale, basso, triviale, indegno della poesia ec. l’amor delle donne, appunto perché naturale. Vedi il Fedro, il Convito di Platone, gli Amori di Luciano ec. Il vantato amor platonico, sí sublimemente espresso nel Fedro, non è che pederastia. Tutti i sentimenti nobili che l’amore inspirava ai greci, tutto il sentimentale loro in amore, sia nel fatto sia negli scritti, non appartiene ad altro che alla pederastia e negli scritti di donne, come