Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/164

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152 pensieri (2292-2293-2294)



*   Chi deve governare gli uomini, dovrebbe conoscerli piú che alcun altro mai. I principi per lo contrario, cresciuti fra l’adulazione e vedendo gli uomini sempre diversi da quello che sono (per le infinite simulazioni della corte) e da giovani avendo poca voglia, piú tardi poco tempo di attendere agli studi, non possono conoscer gli uomini né come li conoscono i filosofi, né come li conosce chi ha praticato e sperimentato il mondo qual egli è. Quindi nella cognizione degli uomini, dote in essi di prima necessità per il bene de’ sudditi, i principi non solo non sono superiori, ma necessariamente inferiori ai piú meschini e ignoranti che vivono nel mondo. A questo gran difetto rimedierebbero gli studi: e infatti quanti principi sono stati studiosi o in gioventú o in seguito, quanti principi sono stati filosofi, tanti sono stati buoni principi, avendo appreso dai libri a conoscer quel mondo e  (2293) quelle cose che avevano a governare. Marcaurelio, Augusto, Giuliano ec. Parrebbe questo un grandissimo pregio e un vero trionfo della filosofia e dimostrazione della sua utilità. Ma io dico che la filosofia non ha fatto né farà mai questo buon effetto di darci dei buoni principi, se non fino ch’ella fu o quando ella è imperfetta; allo stesso modo che solo in questo caso ella può darci de’ buoni privati e ce ne diede e ce ne dà. Vengo a dire che la filosofia moderna (la quale può dirsi che nella sua natura, cioè in quanto filosofia o scienza della ragione e del vero, sia perfetta) non farà de’ buoni principi, come non farà mai de’ buoni privati; anzi ne farà dei pessimi, perché la perfezione della filosofia non è insomma altro che l’egoismo; e però la filosofia moderna non farà de’ principi (come  (2294) vediamo de’ privati) se non de’ puri e perfetti egoisti. Tanto peggiori de’ principi ignoranti, quanto che in questi l’egoismo ha una base meno salda; la natura che lo cagiona v’aggiunge molti lenitivi e modifi-