<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2294&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904144835</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2294&oldid=-20150904144835
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2294 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 152modifica] vediamo de’ privati) se non de’ puri e perfetti egoisti. Tanto peggiori de’ principi ignoranti, quanto che in questi l’egoismo ha una base meno salda; la natura che lo cagiona v’aggiunge molti lenitivi e modificativi; [p. 153modifica]le illusioni della virtú, della grandezza d’animo, della compassione, della gloria non sono irrevocabilmente chiuse per loro, come per un principe filosofo moderno: e se non altro in quelli la coscienza e l’opinione ripugna al costume e al vizio; in questi li rassoda, li protegge (essendo un filosofo moderno, necessariamente egoista, e quindi malvagio, per principii), anzi li comanda e condannerebbe il principe se non fosse egoista dopo aver conosciute le cose e gli uomini. Cosí che anche un principe, inclinatissimo alla virtú, divenendo filosofo alla moderna, diverrebbe quasi per forza e suo malgrado vizioso,